
12/05/10
Il manifesto
Speriamo di rivedere Stefano libero prestissimo». Non dice altro la signora Raimonda Gugliotta, come le ha consigliato l’avvocato, «perché sono ore delicate, que-ste». La madre del 26enne romano scambiato per un tifoso e arrestato la sera del 5 maggio in Viale Pinturicchio - ad alcuni isolati di distanza dallo stadio Olimpico dove si era da poco conclusa la finale di Coppa Italia e dove impazzavano gli scontri tra tifosi e forze dell’ordine - e ancora ricoverato nell’infermeria del carcere romano di Regina Coeli per le conseguenze di un pestaggio subito in strada dalla polizia (secondo la sua versione dei fatti), confida nella magistratura. Ieri infatti il pm Francesco Polino che sta indagando su quanto avvenuto quella sera, dopo aver visionato i video (sembra ce ne siano più di uno) girati da alcuni testimoni durante l’arresto di Stefano Gugliotta, ha ascoltato quattro agenti "informati sui fatti", e una quindicina di testi indicati dall’avvocato dei Gugliotta, Cesare Piraino. La procura però attende la conclusione dell’identificazione in corso degli agenti coinvolti nell’operazione, prima di decidere se stralciare dal fascicolo dell’inchiesta, riguardante gli otto arresti complessivi di quella notte, il filone specifico sul caso Gugliotta. L’accusa nei confronti degli agenti che avrebbero provocato al giovane un taglio sulla testa, la perdita di un dente e numerose ferite e contusioni, è di «lesioni volontarie».
A chiedere che vengano identificate e punite le «mele marce» all’interno del corpo di Polizia di Stato sono anche i sindacati degli agenti, compreso l’UgL Ma da più parti si chiede che venga fatta chiarezza su tutti gli arresti di quella notte, e sulla «gestione anacronistica dell’ordine pubblico dimostrata», come accusa il radicale Mario Staderini che porta l’attenzione anche sul caso di Daniele Luca, il giovane che, come mostra il video del Tg1 (non ancora reso pubblico nella sua totalità) viene investito da un’auto bianca, probabilmente di agenti in borghese, e successivamente arrestato. Ricoverato anch’egli nell’infermeria di Regina Coeli con una vertebra cervicale fratturata, Luca denuncia di essere stato «malmenato dalla polizia prima e dopo essere stato investito dall’auto», secondo quanto riferisce il suo avvocato Lorenzo Contucci che punta il dito soprattutto sul ritardo con il quale sarebbe stato accompagnato in ospedale per una lastra, solo quando arrivato in cella alle sei del mattino, dopo una notte passata nel commissariato dello stadio. Non a caso, anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari ha subito aperto un’indagine. Ma le "stranezze" di quella sera non
finiscono qua. C’è un particolare, tanto incredibile quanto accreditato, che sembra emergere in queste ore soprattutto grazie alle indagini difensive che l’avvocato Contucci sta per depositare insieme alla richiesta di scarcerazione del suo assistito. Si parla di una sorta di «caccia all’uomo dalla maglietta rossa» che, secondo Contucci, si sarebbe scatenata quella sera dopo ché un tifoso vestito di rosso avrebbe insultato o forse aggredito alcuni agenti prima di scappare. «Non a caso - riferisce Contucci, ma non tutto ciò che sostiene è confermabile - alcuni dei giovani arrestati quella sera avevano una giacca rossa». Ce l’aveva Gugliotta (una felpa della Bayern Monaco), come si vede nel video. Daniele Luca aveva un giubbotto rosso, riferisce Contucci, «come pure Antonello Cori, arrestato assieme a Emiliano Giacomobono mentre mangiavano un panino davanti al camion-bar dove lo avevano acquistato».
Ce l’avevano anche i due 19enni «gracili ed esili» di Gesso Palena (Chieti), definiti «palesemente estranei ai fatti» da quasi tutti i parlamentari che li hanno visitati in carcere. Stefano Carnesale ed Emanuele De Gregorio, studenti universitari che entravano in uno stadio per la seconda volta in vita loro, «indossavano indumenti rossi» e, secondo i difensori Diaz e Cerrone, «avevano raccolto da terra un’asta per montarci una bandiera dell’Italia in vista dei mondiali e, giunti a piazza Mancini, hanno chiesto un’informazione ai carabinieri». Sono ancora in carcere anche loro. Il ministro Maroni, oggi nel question time di Montecitorio, oltre all’interrogazione presentata dal gruppo del Pd, avrebbe molte domande a cui rispondere.
A chiedere che vengano identificate e punite le «mele marce» all’interno del corpo di Polizia di Stato sono anche i sindacati degli agenti, compreso l’UgL Ma da più parti si chiede che venga fatta chiarezza su tutti gli arresti di quella notte, e sulla «gestione anacronistica dell’ordine pubblico dimostrata», come accusa il radicale Mario Staderini che porta l’attenzione anche sul caso di Daniele Luca, il giovane che, come mostra il video del Tg1 (non ancora reso pubblico nella sua totalità) viene investito da un’auto bianca, probabilmente di agenti in borghese, e successivamente arrestato. Ricoverato anch’egli nell’infermeria di Regina Coeli con una vertebra cervicale fratturata, Luca denuncia di essere stato «malmenato dalla polizia prima e dopo essere stato investito dall’auto», secondo quanto riferisce il suo avvocato Lorenzo Contucci che punta il dito soprattutto sul ritardo con il quale sarebbe stato accompagnato in ospedale per una lastra, solo quando arrivato in cella alle sei del mattino, dopo una notte passata nel commissariato dello stadio. Non a caso, anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari ha subito aperto un’indagine. Ma le "stranezze" di quella sera non
finiscono qua. C’è un particolare, tanto incredibile quanto accreditato, che sembra emergere in queste ore soprattutto grazie alle indagini difensive che l’avvocato Contucci sta per depositare insieme alla richiesta di scarcerazione del suo assistito. Si parla di una sorta di «caccia all’uomo dalla maglietta rossa» che, secondo Contucci, si sarebbe scatenata quella sera dopo ché un tifoso vestito di rosso avrebbe insultato o forse aggredito alcuni agenti prima di scappare. «Non a caso - riferisce Contucci, ma non tutto ciò che sostiene è confermabile - alcuni dei giovani arrestati quella sera avevano una giacca rossa». Ce l’aveva Gugliotta (una felpa della Bayern Monaco), come si vede nel video. Daniele Luca aveva un giubbotto rosso, riferisce Contucci, «come pure Antonello Cori, arrestato assieme a Emiliano Giacomobono mentre mangiavano un panino davanti al camion-bar dove lo avevano acquistato».
Ce l’avevano anche i due 19enni «gracili ed esili» di Gesso Palena (Chieti), definiti «palesemente estranei ai fatti» da quasi tutti i parlamentari che li hanno visitati in carcere. Stefano Carnesale ed Emanuele De Gregorio, studenti universitari che entravano in uno stadio per la seconda volta in vita loro, «indossavano indumenti rossi» e, secondo i difensori Diaz e Cerrone, «avevano raccolto da terra un’asta per montarci una bandiera dell’Italia in vista dei mondiali e, giunti a piazza Mancini, hanno chiesto un’informazione ai carabinieri». Sono ancora in carcere anche loro. Il ministro Maroni, oggi nel question time di Montecitorio, oltre all’interrogazione presentata dal gruppo del Pd, avrebbe molte domande a cui rispondere.
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