
Di solito non alza lo scontro interno, ma stavolta Mercedes Bresso mette da parte cautela e moderazione e si toglie parecchi sassolini dalle scarpe. L’occasione è il mancato appoggio del suo partito ai tre ricorsi, che i suoi legali depositeranno venerdì, per presunte irregolarità nella presentazione delle liste che sostenevano Roberto Cota, candidato presidente del Piemonte. «Ci sono solidi elementi tecnici a sostegno della nostra tesi e anche diversi fatti di rilevanza penale», spiega. Radicali e l’Udc saranno al suo fianco, non il Pd. «Mi stupisce questo silenzio - dice al telefono - perché io ne ho parlato con il segretario regionale Gianfranco Morgando e con gli altri partiti che mi hanno sostenuto. Tutti erano favorevoli, mentre ora il Pd tace».
Morgando non tace, in realtà, e annuncia che molto il Pd non presenterà ricorsi «perché dopo un’attenta valutazione anche a livello nazionale abbiamo ritenuto che sia meglio non farlo, fermo restando il diritto di chi si sente danneggiato di ricorrere. Noi riteniamo che non sia il caso di aspettare anche un anno per conoscere l’esito dei ricorsi perché è necessario fin da subito lavorare per l’alternativa a questo governo». Per Bresso sarebbero altre le considerazioni fatte da molti esponenti del Pd: «Diversi consiglieri eletti non hanno alcuna intenzione di rimettere in discussione le elezioni». Li definisce «cacicchi» che avendo vinto «hanno paura di tornare alle urne» e si dice certa che «una parte del Pd piemontese voleva un altro candidato e durante la campagna elettorale se ha potuto ha indebolito la mia candidatura».
La polemica
Riferimenti a Chiamparino? «Diciamo che non ha fatto bene alla coalizione l’iniziativa in piena campagna elettorale pro-tav perché ha creato non pochi problemi ai nostri militanti in Val di Susa e perché c’erano partiti che su questo avevano posizioni più complesse». Quanto alla vicenda di Intesa San-Paolo, parlando ieri con il Corriere, secondo Bresso, «Chiamparino ha dato l’idea di un centrosinistra che si occupa più delle banche che dei problemi reali». Il primo cittadino getta acqua sul fuoco: «Capisco l’amarezza di Mercedes per la vicenda dei ricorsi soprattutto dopo una sconfitta all’ultimo voto, ma le mie considerazioni si fermano qui». E sulla vicenda delle banche? «Preferisco non replicare per non aumentare l’amarezza» «Considerazioni ingenerose e prive di fondamento»,quelle della ex presidente, commentano all’unisono il capogruppo Pd in Regione Aldo Reschigna e Morgando. Entrambi rivendicano l’impegno dei consiglieri regionali in campagna elettorale e a sostegno di Bresso. «C’è un gruppo di quarantenni - insiste l’ex presidente - che scalpita perché considera chiuso il ciclo politico di Chiamparino e Bresso. E’ già iniziata la corsa per la poltrona del Comune e questa sembra l’unica preoccupazione». Per questo ha chiesto un incontro con Pierluigi Bersani: «se non invertiamo la rotta il partito in Piemonte rischia di sfaldarsi».
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