
Sospeso dal servizio in via cautelativa dal ministro di giustizia Angelino Alfano il comandante della guardie penitenziarie del carcere teramano di Castrogno, il commissario Giovanni Luzi. Coinvolto in un'inchiesta della magistratura su un presunto pestaggio di un detenuto da parte di agenti penitenziari, riportato sul quotidiano locale «La Città», era da alcuni giorni assente dal lavoro, ufficialmente per il suo stato di salute. Oggi dovrebbe giungere a Teramo il suo sostituto.
Luzi avrebbe ammesso che è sua una delle voci su un cd su cui sarebbe stato registrato il colloquio tra alcuni agenti che raccontavano l'episodio, avvenuto alla presenza di altri detenuti. Nella registrazione audio, catturata con un cellulare, è chiaramente udibile il colloquio, agitato, tra due dipendenti del carcere, in cui si fa riferimento all'episodio di un detenuto picchiato con sottolineature dell'errore commesso «a farlo in sezione» e non sotto, lontano dalle celle, dove nessuno può vedere.
Ancor più grave, sarebbe la contestazione di aver pestato il detenuto dinanzi a un altro, dunque testimone dell'accaduto. La registrazione è stata recapitata in una busta, a mezzo servizio postale, con una lettera di accompagnamento in cui un anonimo si dichiara un detenuto stanco delle vessazioni all'interno del carcere. In considerazione del filtro per la posta in uscita dal carcere, e del divieto di avere con sè telefoni cellulari, l'ipotesi è invece che a registrare il colloquio sia stato un altro agente di polizia penitenziaria.
Tra visite di parlamentari e comunicati stampa, il mondo che vive attorno e dentro alle carceri ha preso nei giorni scorsi subito posizione ed ha chiamato in causa il ministro di giustizia Angelino Alfano.
Lo ha fatto, ad esempio, la radicale Rita Bernardini, che ha visitato il carcere di Teramo. Lo ha fatto anche Donatella Ferranti, capogruppo del Pd nella Commissione Giustizia della Camera. E poi, ancora, lo hanno fatto Flavio Arzarello, coordinatore nazionale della Fgci, l'organizzazione giovanile del PdCI; il segretario generale della Uil penitenziari, Eugenio Sarno; quello del Sappe, Donato Capece. Tutti hanno chiesto dei provvedimenti urgenti per i troppi suicidi in carcere ed il ritmo di crescita annuo dei detenuti. «Una situazione grave - hanno sottolineato - a cui Teramo, con 160 detenuti in più e 30 agenti in meno, non fa eccezione».
© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati