
Hanno devastato un locale e preso a bastonate tre bengalesi per l'astuccio di un telefonino. Un ragazzo di 20 anni, Bruno D.C. e due quindicenni, S.G e A.B. sono stati fermati dai carabinieri per il raid di domenica scorsa nel fast food indiano alla Magliana. I giovani sono accusati di rapina, lesioni con l'aggravante della motivazione razziale. Ieri altri 15 giovani del quartiere sono stati interrogati per tutto il giorno e anche per loro è scattato il riconoscimento fotografico e per altri tre giovani in particolare, due minorenni, si sta valutando l'eventualità di altri fermi.
Domenica sera nel locale "Brother", una banda di 15 bulli è entrata armata di pezzi di legno e gambe di sedie e ha spaccato le vetrine, i tavolini gridando,«brutti negri vi ammazziamo tutti», ha preso a bastonate due clienti e il fratello del proprietario, e si è dileguata con la cassa e poche centinaia di euro. I ragazzi avevano i cappucci, ma si vedevano i volti, i fermati sono stati riconosciuti dalle vittime. I carabinieri guidati dal colonnello Alessandro Casarsa, hanno subito individuato il gruppo, ragazzi del quartiere, qualcuno con precedenti simili. Lunedì notte i primi fermi e in base ad una prima ricostruzione il raid era una spedizione punitiva. Uno dei bulli voleva prendere senza pagare una cover per il telefonino dalla bancarella del bengalese. L'uomo si è opposto e loro lo hanno minacciato.
Il bengalese è scappato e si è rifugiato nel fast-food che funziona anche da Internet point, i bulli hanno sfasciato tutto e bastonato anche gli altri. Tra i fermati, uno è un ultrà della Lazio. Qualcuno nega. qualcun altro si contraddice o fa mezze ammissioni, «io c'ero, ma non sono entrato con gli altri e non ho partecipato al raid». Uno dei minorenni. S.G. nel dicembre scorso aveva pestato per rapina un bengalese alla fermata dell'autobus.
I carabinieri ritengono di essere ad un passo dall'identificare l'intera banda. Il maggiorenne
è in carcere, i minori sono rinchiusi nell'istituto per minori Virginia Agnelli.
«Contro il razzismo e contro la violenza uniamoci italiani e immigrati». Con questo striscione, oltre un centinaio di immigrati hanno manifestato ieri nel quartiere e c'erano pure italiani e immigrati africani di Rosarno. Gli immigrati hanno chiesto ai rappresentanti dei Comune di
non partecipare alla manifestazione, «perché - hanno detto - l'amministrazione, non favorisce l'integrazione, nell'ultimo giorno del ramadan il Comune ha proibito un raduno di stranieri musulmani in Piazza Vittorio».
I bengalesi dicono di avere paura e di subire continue vessazioni dalle bande di bulli. In città accadono sempre più spesso episodi di violenza giovanile: l'altra sera Manfredi, 15 anni, il figlio del sindaco Gianni Alemanno è stato aggredito da una banda di ragazzi italiani figli di immigrati, arrivati nell'elegante quartiere dei Parioli con l'idea di vendicare un torto subito qualche giorno prima, hanno scambiato il figlio del sindaco per un altro. Ed è lo stesso sindaco
Alemanno che al termine del un comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza: «Il dato di allarme è la crescita della violenza giovanile, delle bande, dell'intolleranza che spesso assumono carattere xenofobo, è necessaria un`educazione alla legalità e alla tolleranza».
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