
Votazione-shock a Montecitorio: l'aula ha detto no all'arresto di Nicola Cosentino, segretario campano del Pdl (dimessosi in serata) con 309 no e 298 favorevoli all'arresto. L'esito a sorpresa è stato determinato dal voltafaccia della Lega (che martedì in giunta si era espressa favorevolmente alla richiesta dei pm napoletani che indagano sui rapporti fra politica e camorra) imposto da Bossi, in aperta polemica con Maroni. Nel Carroccio si scontrano (anche fisicamente) due fazioni, con l'ex titolare del Viminale che ha clamorosamente perso questo round: per lui è un colpo micidiale. Secondo i più ottimistici calcoli, i fedelissimi di Maroni che avrebbero votato "sì" agli arresti non sarebbero che una decina su 56 leghisti presenti al voto. Ma c'è persino chi dubita che i maroniani, nel segreto dell'urna, abbiano davvero votato per le manette a Cosentino: perché i numeri che hanno salvato Nick 'o Mericano sono troppo alti per essere stati raggiunti senza l'apporto di tutta la Lega. Berlusconi trae vantaggio da tutto ciò, tanto che, imbaldanzito, ieri ha improvvisamente alzato dei paletti su un tema decisivo come le liberalizzazioni. Il Pd è durissimo per quanto è avvenuto alla camera. Tra l'altro, è probabile che ci sia stato qualche voto pro-Cosentino anche nel centrosinistra. Certamente, quelli dei 6 radicali: il rapporto del Pd con il partito di Pannella torna ad essere burrascoso.
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