
Grande dibattito sulla riforma giudiziaria. Dov’è la notizia? In questo paese il dibattito sul tema c’è da sempre. Mensole intere possono riempirsi con i volumi dedicati ai convegni in merito. Sempre fatti in bei posti, specialmente quelli organizzati dall’associazione dei magistrati. Mai che avessero fatto un convegno a Isernia, dove pure hanno un eroe locale. Il risultato è comunque sconfortante, le note spese imbarazzanti. Due avvenimenti, non comparabili, agitano le acque sciroccose del ferragosto, tralasciando le raccolte di firme incentrate sul tema "Pensate che siamo governati da mascalzoni?", successo assicurato quanto inutile.
La riforma, anzi La Riforma, viene prospettata come strutturale da Pannella attraverso una sola parola magica: amnistia. Troppo facile, viene da pensare. E soprattutto impopolare. Poi c’è l’intervista al ministro Severino che parla di tante cose, fra le quali la separazione degli approdi professionali retrodata fin dall’università.
Inevitabili le polemiche forensi, scatenate dall’unione camere penali e in particolare dall’avvocato Battista sui social-network e, in modo più felpato, dall’avvocato Calvi sullo stesso Corriere della Sera. Il ministro, dicono, non ha tutti i torti ma nemmeno proprio ragione. Si profilano altri convegni fra la riviera ligure e la costiera amalfitana. È gioco forza rivalutare Pannella.
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