
Ieri il procuratore aggiunto Ingroia in un intervento sull'Unità ricordava il trentennale degli omicidi mafiosi del deputato comunista Pio La Torre e del generale Dalla Chiesa, come già aveva fatto Attilio Bolzoni su Repubblica. Anche Ingroia nota come in dieci anni, da quegli omicidi dell'82 si sia giunti alle stragi del 92-93.
Poi il silenzio. Sono passati vent'anni, la durata dell'intera parabola del fascismo. Nel frattempo, ricorda Ingroia, la mafia è stata duramente colpita, i latitanti sono meno delle dita di una mano e i patrimoni seriamente intaccati.
Dunque "cosa nostra" è più debole? No, risponde il procuratore, è "inabissata", parola chiave che immagina l'onnipotenza mafiosa. Eppure, se si applicasse alla questione un criterio razionale, si potrebbe pensare a strumenti duraturi per impedirne la ricrescita Ma l'onnipotenza richiede eccezionalità. E procuratori d'eccezione.
© 2012 Il Foglio. Tutti i diritti riservati