
Ma insomma, questa famosa lista dei 339, ovvero i detenuti ai quali il ministro Conso nel 1993 non rinnovò il 41-bis, questo atto formale che inchioda l'ultimo governo della Prima repubblica alla responsabilità di aver rimesso "i boss" in condizione di agire, sia pure dal carcere, dovrebbe parlare da solo. Un elenco di nomi è un fatto incontrovertibile. Invece forse no, perché se si va a vedere in concreto si scopre che gli unici capi mandamento beneficiati sono Giuseppe Gaeta e Giuseppe Farinella. Questo, in fondo, scrive sul Giornale Gian Marco Chiocci, cronista preciso e pure convinto del grave cedimento del governo Ciampi. Ne consegue che il massimo risultato ottenuto dalla mafia è consistito nella sospensione temporanea - perché poi successive sentenze li hanno riportati al trattamento differenziato - del 41-bis per Gaeta e uno dei Farinella. Non è un po' poco? Per il resto, sì, c'è qualche nome che fa colpo - Nenè Geraci, Gerlando Alberti - ma si tratta di vecchi arnesi già all'epoca ai margini. E comunque non sono più di tre o quattro. Il resto, il grosso, è composto di personaggi che con la mafia non c'entravano palesemente nulla, da Vallanzasca a qualche arabo o slavo. Ma, si può obiettare, c'è un nome che spiega tutto: Vito Ciancimino. Nome significativo, ma cosa possa significare proviamo a vederlo domani.
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