
Nell'impianto logico dell'indagine sulla "trattativa" c'è un punto fermo che riguarda lo smembramento del tandem Scotti-Martelli, sfrattati prima l'uno e poi l'altro dal Viminale e da via Arenula. Rimuovere i due ministri era assolutamente necessario al piano criminoso. Così sostengono i magistrati, i giornalisti che ci spiegano la vicenda e i politici che difendono l'indagine. Scotti venne spostato agli Esteri nel giugno '92 con il governo Amato. Mentre erano in corso gli incontri per la composizione del governo, il giudice Di Lello, in margine a un'assemblea dell'Anm, parlava così del ministro: "Scotti si salva l'anima con il pacchetto anticrimine, ma un suo uomo a Napoli ha funzionato da raccordo fra Dc e camorra". Non pare un invito a riconfermarlo al Viminale. Quanto a Martelli la sinistra Dc si batteva per sostituirlo con Elia o Mattarella. E Orlando ne invocava da mesi l'incriminazione. Se ne può dedurre che il diabolico piano, se vi fu, ebbe aiuti insospettabili.
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