
Nel suo ultimo libro, "La comunista", Ermanno Rea immagina di parlare con un fantasma, quello di una militante comunista napoletana, suicidatasi circa mezzo secolo fa. Un personaggio realmente esistito, protagonista di un romanzo, "Mistero napoletano", in cui Rea descrisse il clima chiuso, orrendamente staliniano, del Pci napoletano degli anni 50. Quell'ambiente pur così cupo era allora gravido di speranze e questo è un mistero del comunismo più che dei comunisti napoletani. Oggi il fantasma, che nel libro passeggia per Napoli parlandone con il suo autore e antico amico, può constatare che quelle speranze sono andate deluse. Non c'è bisogno di evocare la camorra e della mondezza basta fare un cenno. Della umanamente costosa "superiorità morale" comunista a Napoli non resta più nulla, e l'ultimo libro di Rea lo dimostra meglio della avvenuta prescrizione di numerosi capi di imputazione per Bassolino.
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