
Come si parla di porre mano alla riforma del sistema elettorale tutti pensano alle successive elezioni anticipate. Si può pensare che siano necessarie ma non sarà la riforma a renderle inevitabili. Intanto non c’è un nesso di causa ed effetto fra cambiamento del sistema e sua immediata sperimentazione. Non si è obbligati. Insomma, a essere pignoli c’è perfino il rischio di qualche sanzione europea, visto che la giurisprudenza dell’Unione ritiene necessario un intervallo di tempo che consenta agli elettori di informarsi bene sulla novità. Almeno un anno. Questo in linea di principio.
In linea di fatto poi c’è il rischio che il presidente della Repubblica preferisca dimettersi piuttosto che sciogliere le Camere. Lo ha fatto intendere abbastanza chiaramente anche se non tutti hanno apprezzato. Per di più non c’è nessun partito che si faccia carico di una proposta precisa, ognuno ne fa due o tre come del resto avevano fatto anche i famosi saggi. Infine ieri, in una intervista, Violante ha candidamente sostenuto che se si vuole la governabilità bisogna prima modificare il bicameralismo. Un’inezia. Non resta che pensare che le elezioni anticipate, a ben vedere, non le voglia davvero nessuno, neanche Grillo, e che se per un incidente ci si dovesse arrivare non resterà che votare con il proporzionale e lo sbarramento.
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