
"Perché dovrebbe cambiare la linea del tg, visto che gli ascolti sono aumentati? In fondo è un editore puro, forse l'unico". Così ha risposto in una intervista ieri Enrico Mentana a chi gli chiedeva del nuovo editore a La7.
Naturalmente l'attenzione dei giornalisti è concentrata sui riflessi politici del cambio di proprietà. La questione è talmente controversa che il Fatto nel momento in cui si profilava l'acquisto da parte di Urbano Cairo aveva titolato "La7 va all'amico di Berlusconi". Per titolare poi, quando era sembrato che Tarak Ben Ammar avesse riaperto la partita, "esce allo scoperto il vero amico di Berlusconi". Dunque quello di prima era finto. Sia come sia, ed è possibile che nessuna delle due interpretazioni sia quella giusta, non è questo il vero problema.
La questione decisiva sta nelle parole di Mentana sul nuovo editore che ha la caratteristica peculiare di essere un signore che come principale fonte di guadagno ha la vendita di giornali. Il fatto che nel nostro paese sia pressoché un caso unico nel settore dovrebbe far pensare. È una delle anomalie italiane. Pensate che formidabile legge sul conflitto d'interessi si potrebbe fare.
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