
Alla fine viene da dare ragione a D'Alema quando disse all'inizio della campagna elettorale: "Il vero scontro è quello fra noi e Berlusconi". Può essere benissimo che la "rimonta" del Cavaliere sia, più che un dato effettivo, un effetto ottico determinato dal combinato disposto dell'onnipresenza televisiva di Berlusconi e del panico da possibile vittoria del centrosinistra. Può essere, intanto si vede a occhio nudo lo sfaldamento, in nome del voto utile, sia della lista centrista di Monti sia di quella estremista dei tre pm. Se il Cavaliere cresce riportando a votare quelli che aveva deluso, bere birra e accettare cani in televisione è stato sicuramente spettacolare ma, come ha notato Freccero che è uno che se ne intende, non ha giovato all'immagine austeramente elitaria del professore. Col boccale di birra davanti avevamo già visto Bersani. Quanto a Ingroia e ai suoi amici, hanno a che fare col problema di ogni estremismo che scende sul piano elettorale: c'è sempre una variante moderata più competitiva col "nemico" e per di più in questo caso c'è pure qualcuno più estremista. La fredda razionalità politica non può vedere altro. Poi, come si è visto ieri, di questi tempi può succedere veramente di tutto.
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