
La vicenda della fuga di notizie in merito all'indagine della procura di Palermo su Banca Nuova, rischia di trasformarsi nel proverbiale effetto valanga. Il procuratore palermitano Messineo, indagato dai pm di Caltanissetta, ha tirato in ballo il capo di quella procura come implicato nella vicenda. La rivelazione sta producendo una serie di effetti che mostrano quanto intricata stia diventando la gestione dei rapporti fra gli uffici giudiziari siciliani. Intanto il procuratore di Caltanissetta Lari ha dovuto spogliarsi del coordinamento dell'inchiesta, passato al procuratore di Catania Giovanni Salvi che per parte sua aveva visto rimessa in discussione la sua nomina, da parte del Csm un anno fa, con una sentenza del Tar che ha accolto il ricorso di altri due magistrati che concorrevano a quella carica. Una sentenza da molti ritenuta discutibile e sospesa nei suoi effetti dal Consiglio di stato giusto un mese fa, in attesa di un pronunciamento nel merito. Il guazzabuglio rischia di diventare inestricabile e si riverbera inevitabilmente sulle tensioni pure verificatesi fra la procura di Palermo e quella di Caltanissetta a proposito dell'inchiesta sulla "trattativa" di cui entrambe si occupano. Tra l'altro il coinvolgimento del procuratore palermitano nell'inchiesta su Banca Nuova nasce da una intercettazione trasmessa a Caltanissetta dall'allora procuratore aggiunto Ingroia.
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