
Di un anonimo o "corvo", che suona più lugubre, la trama avvertiva l’esigenza e qualcuno ha provveduto. Ora si apre un nuovo capitolo denso di ipotesi, supposizioni, domande che naturalmente resteranno senza risposta o ne avranno tante e diverse, che è un po’ la stessa cosa. Prima di dare un modesto contributo al rito collettivo, una considerazione preliminare: per alcuni, non pochissimi, il pezzo di carta senza firma contiene già una verità incontrovertibile, basta dare un’occhiata ai social forum. La missiva acquisisce addirittura dignità burocratica e la lettera anonima è definita "un esposto" anche dal procuratore Messineo che annuncia l’apertura di indagini. Tenuto conto che molti si infastidiranno, veniamo ai primi dubbi. Le indagini tornano ad agitarsi, assicurano i due informati giornalisti di Repubblica. Le poste funzioneranno anche male ma la lettera, spedita il 18 settembre a casa del Pm Di Matteo, entro il mese sarà pure arrivata. Le indagini hanno avuto tre mesi per muoversi con calma, perché agitarsi ora? E poi, chi indaga? Se i Pm dell’Antimafia palermitana sono spiati, come dice l’anonimo, sono parti lese. Dovrebbe indagare Caltanissetta, competente per vicende relative ai magistrati di Palermo. Scommettiamo che, mentre ancora si aspetta il parere del Gup sull’indagine Ingroia, verrà ufficializzata una inchiesta parallela, a Palermo o da qualche altra parte, sullo stesso argomento? Il plot esige ritmo serrato e non prevede spazi di tempo vuoti.
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