
Mentre i Radicali, i carcerati e altre persone di buon senso e di buona volontà sono mobilitate fino a domani, per quattro giorni di fila, in scioperi della fame e varie iniziative non violente su amnistia e diritto di voto per i detenuti, io, che sono sostanzialmente un vile, mi sono limitato a raccogliere da fonte degna di fede voci che arrivano dalla mailing list dei magistrati progressisti. Una storia indicativa, però. Discutono fra loro dell'opportunità di una proposta per la nuova scuola di formazione dei magistrati. Si tratterebbe di far passare un paio di settimane in carcere ai neo magistrati freschi di concorso vittorioso. Naturalmente non in cella, e facendoli tornare a casa la sera. Si parla di inserirli fra gli agenti di custodia, ma è un'ipotesi. Sta di fatto che sulla mailing list si riversano due tipi di pareri contrari alla novità. Il primo è quello dei diretti interessati che non paiono entusiasti. Non li approvo ma sono portato a capirli, ho già detto che sono un vile. Il secondo è quello di qualche magistrato anziano, che sostiene che così si rischia di condizionare la loro serenità di giudizio quando dovranno emettere una sentenza. L'argomento, fondatissimo, mostra nel modo più chiaro lo stato delle nostre carceri e della nostra giustizia.
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