
Per ballare il tango bisogna essere in due. Con questa battuta secca i radicali rompono gli indugi, candidano Emma Bonino alla presidenza della Regione Lazio, in un colpo solo fanno saltare il tavolo strategico del Pd e vanno in gol nella porta di Bersani con un contropiede veloce. La scelta della corsa solitaria al voto di primavera è uno schiaffo agli imbarazzi e ai silenzi del centrosinistra. Dopo aver cercato di allestire almeno un`alleanza con Verdi e socialisti, dopo aver atteso il risveglio dei Democratici dal sonno profondo in cui sono piombati, si avventurano - come dice la Bonino in conferenza stampa - «in un`impresa disperata da combattere con le armi della legalità e del rispetto delle regole». Non solo, c`è già un altro candidato: il fotografo-pubblicitario Oliviero Toscani ai nastri di partenza in Toscana. È però corsa contro il tempo per la raccolta delle 160mila firme necessarie a depositare le liste nelle tredici regioni. «Combattiamo a mani nude - ha continuato la Bonino - in termini di possibilità di spesa per la campagna elettorale». Da venerdì a domenica si terrà il comitato nazionale dei radicali che stabilirà il quadro completo delle candidature. Andare da soli è stata una scelta inevitabile. «Come radicali ci eravamo rivolti a Verdi e socialisti per una lista comune ma la risposta che abbiamo ricevuto non è stata certo entusiasta né entusiasmante». E con il Pd? «Ne abbiamo perso le tracce». Per il partito di Bersani fare squadra con i radicali «sarebbe stata una grande opportunità anziché perdersi dietro a candidature improbabili. Più che nostro, è un problema loro. Non abbiamo avuto interlocutori come se fossimo degli appestati o come se combattere per la legalità o io stato di diritto fosse una bestemmia». Duro il commento di Marco Pannella: «Il Pd è un partito bloccato dal tentativo di accattare poltrone nel sottobosco del potere locale. Si perde dietro alle briciole». Ceffoni uno dietro l`altro. Ma per Bersani è una notizia in chiaroscuro perché l`assenza dei radicali (che sono considerati incompatibili con i centristi) potrebbe sbloccare, dove possibile, alcune situazioni locali con l`Udc. Già in Puglia le cose sembrerebbero andare per il verso giusto, anche se con gli aut aut: l`Udc è disponibile ad appoggiare Francesco Boccia «indipendentemente da Vendola» a patto che entro lunedì il candidato presenti la coalizione che lo sostiene. L`ha detto Pier Ferdinando Casini in una conferenza stampa convocata al termine di un vertice del partito. «Basta indugi, il Pd faccia la sua scelta, la pantomima non può continuare oltre, se no da lunedì si apre una partita diversa». E aggiunge: «Il Pd deve scegliere tra la strada dei riformismo e quella che la tiene paralizzata dai veti dell`ultrasinistra». In più, non deve più evocare le primarie. Nel Lazio il quadro è complicato. La segreteria nazionale del Pd e la segreteria regionale hanno dato mandato a Nicola Zingaretti «di accertare le condizioni politico programmatiche e la candidatura più idonee e coerenti per costruire una nuova e larga alleanza per le elezioni». Una scelta venuta a ridosso dello choc-Bonino. Ma le tensioni restano: «Va bene il mandato esplorativo a Zingaretti - commenta Mario Adinolfi - ma Nicola faccia davvero in fretta. I radicali hanno suonato la campanella dell`ultimo giro e della fine della ricreazione». L`inazione vacanziera dei vertici del Pd - osserva - ha provocato un disastro, in questo quadro il Lazio è praticamente perso. Sarà il caso che Bersani e i leader del partito tornino dalle vacanze per provare a mettere una pezza, anche se forse è troppo tardi». L`ultimo guaio, Di Pietro. «Fa il suo mestiere - afferma Marina Sereni, vicepresidente del Partito democratico, prendendo le distanze dall`ex pm - e non è il nostro unico alleato. Ha sbagliato più di una volta, in queste ultime settimane, contro il capo dello Stato». Immediata la risposta del leader dell`Italia dei Valori: «Prendiamo atto che secondo diversi dirigenti del Pd, prima Letta e poi Sereni, i veri guai per il Paese sarebbero quelli creati dall`opposizione che fa 1`Idv. Noi riteniamo invece che il problema vero sia il malgoverno di questo centrodestra. Allora chiediamo al Pd: con chi vuoi stare? Con noi o col governo Berlusconi? Si decidano, così anche noi faremo le nostre scelte in vista delle prossime elezioni». Ed è un altro aut aut.
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