
Emma Bonino, candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, è così imbavagliata da riuscire a parlare anche durante il giorno di silenzio pre-elettorale. Come da tradizione, anche a questa tornata duo Bonino-Pannella ha speso gran parte della campagna elettorale a contare, bilancini e cronometri alla mano, i secondi dedicati da telegiornali e talk show alle diverse parti politiche. Conclusione, il buon vecchio mantra radicale è torna sempre buono: «L’informazione non rispetta la par condicio, siamo nell’illegalità». Il punto, però, è che la candidata del centrosinistra ha annunciato
un finale di campagna tra le onde radiofoniche: una frizzante maratona, oratoria su Radio Radicale che si ripeterà sia oggi, e fin qui niente da eccepire, sia sabato, cioè proprio durante le ventiquattro ore di silenzio pre-elettorale.
"Condicio" che ha assai poco del "par". Un bel privilegio, in effetti, se si pensa che dall’altra parte la povera candidata del centrodestra non può avvalersi di alcuna radio o televisione di partito che diffonda i suoi ultimi appelli. Tutto legale, previsto dalle norme vigenti nell’ordinamento e assolutamente inappuntabile, per carità. La radio diretta da Marco Bordin è infatti una testata di partito e, come tale, oltre ad aver diritto al suo ricco finanziamento annuale da parte dello Stato, non ha tra, i suoi obblighi quelli del silenzio preelettorale.
Ora, il famigerato regolamento approvato dalla commissione di vigilanza. Rai (quello che precisa che i talk show in campagna elettorale devono ospitare in studio esponenti di tutti i partiti, garantendo loro parità di tempo e spazio) è stato redatto e proposto dal radicale Marco Beltrandi. Le sue finalità, come è stato più volte ricordato, sono quelle di garantire l’applicazione della, par condicio: obiettivo raggiunto.
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