
11/03/10
Il Messaggero
«Voglio dire con grande forza che nessun radicale e nessun altro, con nessuna violenza, ha impedito a
chicchessia di depositare le liste. Va bene il dibattito politico, ma esiste un limite. Queste sono cose inaccettabili se dette da personaggi vari. Che le affermi il presidente del Consiglio lo sono doppiamente».
Enima Bonino, candidata alla presidenza della Regione Lazio per il centrosinistra, difende i Radicali. Rifiuta la ricostruzione già fatta dal Pdl romano e rilanciata anche ieri dal premier, nel corso della conferenza stampa con Renata Polverini secondo la quale un esponente radicale e due del Psi hanno fermato i due rappresentanti del Popolo della Libertà che stavano per presentare la lista. Già nei giorni scorsi erano scattate le denunce per calunnia.
Ieri ha parlato la candidata Emma Bonino, nelle ore successive alla conferenza stampa di Berlusconi. E ha spiegato: «La campagna è stata finora anomala. Immagino che nelle prossime due-tre settimane le anomalie si moltiplicheranno anziché diminuire, A tutela della dignità di tutti quanti, queste cose non possono passare senza alcuna reazione».
Ancora, sulla tesi dei "soprusi" subiti dal Pdl romano: «Non si tratta di soprusi, queste sono le procedure. Ripeto quello che ho sempre detto: chi deve decidere decida, è questa la strada da seguire».
Emma Bonino ieri si è divisa fra un incontro elettorale sulle piccole e medie imprese e quello sulla sanità laziale. Ha anche difeso una decisione impopolare della giunta regionale uscente, la contestatissima riconversione dell’ospedale San Giacomo, nel
pieno centro di Roma («la sua chiusura è avvenuta male, ma è chiaro che la struttura e la zona sono di difficile accessibilità, da qualcos’altro va sostituito»).
Malgrado il tormentone quotidiano che si trascina dal 27 febbraio sulle liste, la campagna elettorale tradizionale. quella sulle cose da fare nel Lazio, va avanti.
Emma Bonino era reduce dall’assemblea nazionale dei Radicali di martedì, quando la linea indicata da Marco Pannella (sanatoria per tutte le liste ovunque si vota e rinvio delle elezioni) aveva trovato il no di un ospite importante, il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani.
Ora lo sguardo va alla manifestazione di sabato a piazza del Popolo, in cui emergeranno le diverse anime - dai "Viola" a Idv, dal Pd ai Radicali.
Ieri però la Bonino ha voluto mettere dei paletti: per un partito che ha fatto della non violenza una delle sue caratteristiche più importanti, fa molto male l’accusa di avere fermato con la forza gli uomini del Pdl. E la candidata alla presidenza della Regione ha aggiunto: «Trovo sorprendente che il presidente del Consiglio torni su una cosa palesemente non vera. Non c’è stata alcuna violenza ne da parte del rappresentante radicale ne da parte di quello socialista che erano lì presenti. Ci sono testimonianze a iosa».
chicchessia di depositare le liste. Va bene il dibattito politico, ma esiste un limite. Queste sono cose inaccettabili se dette da personaggi vari. Che le affermi il presidente del Consiglio lo sono doppiamente».
Enima Bonino, candidata alla presidenza della Regione Lazio per il centrosinistra, difende i Radicali. Rifiuta la ricostruzione già fatta dal Pdl romano e rilanciata anche ieri dal premier, nel corso della conferenza stampa con Renata Polverini secondo la quale un esponente radicale e due del Psi hanno fermato i due rappresentanti del Popolo della Libertà che stavano per presentare la lista. Già nei giorni scorsi erano scattate le denunce per calunnia.
Ieri ha parlato la candidata Emma Bonino, nelle ore successive alla conferenza stampa di Berlusconi. E ha spiegato: «La campagna è stata finora anomala. Immagino che nelle prossime due-tre settimane le anomalie si moltiplicheranno anziché diminuire, A tutela della dignità di tutti quanti, queste cose non possono passare senza alcuna reazione».
Ancora, sulla tesi dei "soprusi" subiti dal Pdl romano: «Non si tratta di soprusi, queste sono le procedure. Ripeto quello che ho sempre detto: chi deve decidere decida, è questa la strada da seguire».
Emma Bonino ieri si è divisa fra un incontro elettorale sulle piccole e medie imprese e quello sulla sanità laziale. Ha anche difeso una decisione impopolare della giunta regionale uscente, la contestatissima riconversione dell’ospedale San Giacomo, nel
pieno centro di Roma («la sua chiusura è avvenuta male, ma è chiaro che la struttura e la zona sono di difficile accessibilità, da qualcos’altro va sostituito»).
Malgrado il tormentone quotidiano che si trascina dal 27 febbraio sulle liste, la campagna elettorale tradizionale. quella sulle cose da fare nel Lazio, va avanti.
Emma Bonino era reduce dall’assemblea nazionale dei Radicali di martedì, quando la linea indicata da Marco Pannella (sanatoria per tutte le liste ovunque si vota e rinvio delle elezioni) aveva trovato il no di un ospite importante, il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani.
Ora lo sguardo va alla manifestazione di sabato a piazza del Popolo, in cui emergeranno le diverse anime - dai "Viola" a Idv, dal Pd ai Radicali.
Ieri però la Bonino ha voluto mettere dei paletti: per un partito che ha fatto della non violenza una delle sue caratteristiche più importanti, fa molto male l’accusa di avere fermato con la forza gli uomini del Pdl. E la candidata alla presidenza della Regione ha aggiunto: «Trovo sorprendente che il presidente del Consiglio torni su una cosa palesemente non vera. Non c’è stata alcuna violenza ne da parte del rappresentante radicale ne da parte di quello socialista che erano lì presenti. Ci sono testimonianze a iosa».
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