
A tarda sera, al comitato elettorale di Emma Bonino ostentano sorrisi tirati. «Ai Castelli e a Civitavecchia andiamo bene, a Tivoli siamo pari, a Guidonia, che è il comune più grande dopo Roma, siamo sotto di solo mille voti», elencano concitati dallo staff i dati della provincia di Roma, che potrebbero decidere il futuro della Regione Lazio.
Perché lo scrutinio è iniziato ormai da ore, ma praticamente nulla è cambiato: man mano che lo spoglio procede, lentamente perché nei seggi si ragiona scheda su scheda, i voti di Roma città, favorevoli alla radicale, annullano quelli delle città di provincia, schierate massicciamente per la ex sindacalista. Le prime proiezioni alle 17 danno Emma Borino e Renata Polverini appaiate, 49,7% a testa quando solo il 5% dei seggi sono scrutinati, e continuerà così per tutta la giornata, in uno stillicidio di percentuali simili, 0,2% in più per una, poi per l’altra, coalizioni di centrodestra e centrosinistra che si rincorrono con pochissima differenza, grande cautela e conti incrociati in un comitato elettorale come nell’altro. Fatti i conti tra capitale e altre città, Frosinone, Rieti, Latina e Viterbo, nel centrodestra sussurrano un pronostico: una vittoria per 20-30mila voti. Nel centrosinistra fanno più o meno lo stesso calcolo, ma a loro vantaggio.
A tarda sera i risultati non sono ancora definitivi, ma tira aria di vittoria per la Polverini, che già festeggia in piazza del Popolo. Nel quartier generale della candidata del Pdl, il gran viavai di supporter era cominciato alle tre di pomeriggio. C’è la moglie del sindaco della capitale Alemanno, Isabella Rauti, candidata nel listino della ex sindacalista, seria seria in spolverino blu elettrico, la deputata Barbara Saltamartini in austero tailleur nero e occhiali scuri, il senatore Domenico Gramazio, già protagonista di appassionati comizi nei giorni successivi al caos liste. La candidata ancora non c’è (più tardi trapelerà la notizia: con invidiabile distacco è stata al cinema a vedere il film con Meryl Streep "E’ complicato", titolo profetico), ma già si aggira la portavoce del comitato elettorale, la berlusconiana Beatrice Lorenzin, «se anche dovessimo perdere ma di pochissimo sarebbe comunque un successo», sospira, mettendo le mani avanti. Perché all’inizio del lungo pomeriggio elettorale, nel centrodestra temono la sconfitta. Si vede dalle facce tese, dai discorsi buttati lì, dal ritornello che si ripete: «A Roma mancava la lista del Pdl...», ricordano. Il coordinatore regionale del Pdl, Vincenzo Piso, sono appena chiuse le urne e già lo dice, che «una vittoria della Bonino sarebbe illegittima, perché si è impedito di votare a Roma e provincia al primo partito del Paese». E comunque sia, «queste elezioni rischiano di essere invalidate per via giudiziaria, perché noi non fermeremo i ricorsi, ci sono troppi aspetti che non sono stati tenuti in considerazione dal Tar e dal Consiglio di Stato». Quando arrivano le prime proiezioni, e le candidate sono date in parità perfetta, esplodono urla di giubilo nel comitato: si riaccende la speranza, ricominciano i sorrisi, resterà fino a sera un clima di vittoria a portata di mano.
Nello stesso momento, nel comitato della Bonino, quartiere Trastevere, uno spoglio garage tappezzato di gigantografie giallo-rosa della candidata radicale, i risultati vengono accolti con cautela. La radicale c’è, rintanata nel suo ufficio, uscirà solo nel tardo pomeriggio, senza un commento. Tra i giornalisti affamati di notizie resta Riccardo Milana, senatore del Pd e coordinatore della campagna elettorale, «ce lo aspettavamo un testa a testa, adesso aspettiamo che vada avanti lo scrutinio», predica la calma. Nel comitato accorre qualche militante, la scrittrice Lidia Ravera in gíubbino giallo, colore della campagna elettorale, fa un rapido passaggio il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, poi arriva il deputato Michele Meta, il reggente della Regione Lazio Esterino Montino, che si sbilancia: «Sono speranzoso, penso che alla fine vinceremo». E calcola: «Il dato della Bonino a Roma va benissimo, ed ha una valenza di tipo politico sull’amministrazione comunale», cioè il sindaco Alemanno, Pdl di osservanza An. Il clima però è teso, l’atmosfera di attesa carica di paura. La vittoria è a un passo, ma anche la più bruciante delle sconfitte. Alle dieci e mezza di sera i dati non sono ancora definitivi: Bonino 49,94%, Polverini 49,5%. Ma sono da finire gli scrutini delle province: per la Bonino volge al peggio.
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