
«Non ho alcuna notizia», ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino interrogata ieri a Londra dai giornalisti italiani sulla sorte di Domenico Quirico, l’inviato de «La Stampa» disperso in Siria. «L’unità di crisi della Farnesina - ha proseguito - segue con grandissima attenzione questa situazione come le altre. La vicenda si può leggere in molti modi ma il fatto che non ci sia stata nessuna reazione alla notizia della scomparsa non mi sembra un elemento molto positivo. Non è un segnale confortante». Un’interpretazione personale, quella del capo della Farnesina, che si è trovata a esprimersi su un caso che non ha ancora una fisionomia precisa.
Il summit londinese sulla Somalia è stato il debutto internazionale del neo-ministro. Bonino ha detto di non essere imbarazzata dall’attivismo diplomatico inglese a Mogadiscio ma di considerarlo un apporto positivo in un orizzonte europeo. «Noi dobbiamo aiutare la Somalia, però la ricostruzione deve essere decisa dai somali». L’agenda somala è stata presto accantonata dai reporter che hanno fatto domante a 360 gradi. Che fare in Siria? «Nei prossimi giorni - ha spiegato la Bonino - il governo metterà a punto la sua posizione, alla luce anche delle informazioni che fornirà il segretario di Stato Usa Kerry, in arrivo a Roma da Mosca». Il ministro ha ribadito però che la soluzione alla crisi siriana dev’essere politica e non militare. In questo senso sarebbe cruciale che l’Europa «parlasse con una voce sola». Il ministro degli Esteri ha annunciato che esporrà il suo programma in parlamento il 15 maggio. Tra le emergenze: la questione siriana, un dossier europeo e la questione dei due marò. «Mi auguro - ha sostenuto - che il caso assuma dimensioni più accettabili e si possa arrivare a una soluzione equa e rapida».
© 2013 La Stampa. Tutti i diritti riservati