
Rinviato a data da destinarsi. La conferenza dei capigruppo della Camera ha deciso di far slittare il dibattito, in programma ieri mattina, sul disegno di legge in materia di biotestamento, approvato due anni fa a Palazzo Madama. In questi giorni Montecitorio si occuperà di alcuni disegni di legge di ratifica di trattati internazionali. mentre la settimana seguente sarà dedicata all'esame del decreto omnibus. Per il ddl Calabrò i capigruppo non hanno fissato alcuna scadenza, anche se il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, assicura che il rinvio «non è sine die». Anzi, «prima della pausa estiva avremo una legge sul biotestamento».
Ad auspicare in aula lo slittamento del confronto a dopo il ballottaggio - fuori intanto va in scena un sit-in di protesta dei Radicali contro il ddl - è l'ex segretario del Pd, Walter Veltroni, che esorta le forze politiche a evitare «di affrontare un tema così delicato nell'asprezza dello scontro politico e nel rischio di esporlo a strumentalizzazioni». Anche perché occorre «cercare un punto di sintesi e non delle prove di forza». In precedenza il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, aveva diramato una nota esplicativa sulla posizione della maggioranza: slittamento del dibattito a dopo il voto per scongiurare strumentalizzazioni e tensioni. «Si vede che qualche botta aiuta a ragionare...», è il commento pepato del segretario Pd Pier Luigi Bersani. Dal canto suo Ignazio Marino (Pd) mette in guardia l'opposizione dalle reali intenzioni del centrodestra: «Il passo indietro non è dettato da una ferma e sincera disponibilità a ridiscuterne i contenuti. Si tratta semplicemente di una manovra per tentare di orientare il consenso elettorale». E, intanto, l'Idv si sgancia da Veltroni, spronando maliziosamente la maggioranza «ad andare fino in fondo».
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