
«Nutrizione e idratazione possono essere sospese in casi eccezionali quando non sono più efficaci a mantenere le funzioni fisiologiche». Poche parole e la giornata politica diventa un susseguirsi di polemiche e proteste. A scatenarle l'emendamento alla legge sul biotestamento approvato ieri mattina in commissione affari sociali della Camera, con i voti della maggioranza e dell'onorevole teodem Paola Binetti e quelli contrari dell'opposizione. Un emendamento giudicato con favore dalla Federazione ordini medici e dallo stesso ministro della Salute Fazio ("Si va verso un testo condiviso", ha detto ieri), che però ha riacceso lo scontro tra favorevoli, contrari e perplessi. La formulazione è stata infatti letta da alcuni come la possibilità di rinunciare a idratazione
e nutrizione o almeno un'apertura della destra in questo senso, ipotesi poi categoricamente smentita dal sottosegretario Eugenia Roccella. Mentre altri, come Livia Turco, Pd, lo hanno giudicato «un pasticcio» o un'ovvietà come la definisce il senatore sempre del Pd Ignazio Marino. «Perché è ovvio che se le cure non sono efficaci vanno interrotte, altrimenti è accanimento terapeutico. I medici sanno perfettamente quando una terapia non è più efficace e non è necessario che il Parlamento lo indichi in una legge. Anzi così si umilia la professione del medico e il suo codice deontologico».
Ma andiamo con ordine in una giornata convulsa e a tratti confusa che ha visto la senatrice dell'Opus dei, ex Pd ora Udc, Binetti, votare a favore e l'onorevole Alessandra Mussolini andarsene polemizzando, considerando l'approvazione uno «sbraco della maggioranza». A presentare l'emendamento l'onorevole Domenico di Virgilio, medico. «Il disegno di legge di Calabrò riguardava solo persone in stato vegetativo permanente, circa tremila, il prossimo passo sarà aprirlo a tutte le persone incoscienti, come spesso accade ai malati terminali, il che significa quasi 250mila di cui 11 mila bambini. E proprio riguardo a loro, in alcuni casi nutrizione e idratazione nel momento finale della vita e della malattia possono solo aggravare la situazione, possono provocare ad esempio un edema polmonare e quindi il medico può decidere di sospendere. Ma parliamo di malati che stanno morendo, non di persone che, magari in coma ma nutrite, potrebbero vivere anni». Insomma, chiarisce l'onorevole del Pdl, Eluana Englaro in base a questo emendamento avrebbe continuato ad essere idratata ad oltranza, attaccata alle
macchine per anni.
A togliere gli ultimi dubbi a chi, come i radicali, vedeva nell'emendamento un segnale di dubbio
nella maggioranza governativa sull'argomento della libertà di scelta sulle decisioni di fine vita,
ci ha pensato il sottosegretario Eugenia Roccella. «Lo dico e lo ripeto, anche perché c'è scritto nel ddl: nutrizione e idratazione non sono pratiche alle quali la persona può rinunciare nello stilare le sue dichiarazioni anticipate, non sono cure, sono sostegno vitale». Netta la reazione di Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali, dopo l'approvazione dell'emendamento: «L'ideologia porta al pasticcio. La maggioranza ha di fatto introdotto la possibilità di sospendere la nutrizione artificiale ammettendo così che è un atto medico, a differenza di quanto sostenuto fin qui, e ha fatto un pasticcio perché non è chiaro in quali casi sia possibile la sospensione e chi la decida».
Deluso anche Benedetto Della Vedova, deputato Pdl, che sottolinea come l'emendamento
«pur cercando di migliorare il testo di Calabrò, non affronta il nodo cruciale della responsabilità
della decisione rispetto ai pazienti incapaci, non prevedendo nessun ruolo né per i medici, né per i familiari, né per i rappresentanti legali dei pazienti».
© 2010 La Repubblica. Tutti i diritti riservati