
11/05/10
Il Messaggero
Con l’assicurazione che non ci saranno «nessuna fuga, né dimissioni anticipate», Guido Bertolaso conferma che se ne andrà. Non per colpa dei guai giudiziari, ma per una naturale scadenza prevista da tempo, in quanto «esiste un percorso disegnato e condiviso con il presidente del Consiglio». Insomma, dopo l’estate. Ma c’è Emma Bonino che mette in dubbio questa aspirazione. «Dipende da come si evolve il dossier, non è detto che a settembre ci arrivi», ha detto a «Radio Radicale». Il processo evolutivo alla Protezione civile è in moto: la prossima settimana arriva, come «vice», Franco Gabrielli, ex prefetto dell’Aquila ed ex-numero uno del Sisde, oggi Aisi.
Per un po’ farà il tirocinante delle emergenze, poi siederà sulla poltrona principale di via Ulpiano. A Palazzo Chigi si guarda con apprensione alla vicenda Bertolaso, per il quale c’è solidarietà, ma l’imbarazzo provocato dalla conferenza stampa di venerdì scorso, con il quasi incidente diplomatico con Hillary Clinton, non è ancora stato smaltito.
Se il caso Bertolaso, sempre più nella bufera dell’inchiesta sul «G8», ha fatto scattare un campanello d’allarme, la preoccupazione che altri bersagli della maggioranza possano venire colpiti dalle «bombe a grappolo» delle Procure, come Sandro Bondi o Denís Verdini, fa salire la temperatura. Il ministro dei Beni culturali, accusato di aver nominato un coiffeur alla galleria degli Uffizi, ha raccolto la solidarietà di un altro collega di governo, Franco Frattini, di fronte ai giornalisti di Bruxelles, ha esclamato: «C’è sconcerto per quest’attacco a una persona leale e perbene». Aggiungendo di essere stato «turbato». E le tensioni giudiziarie si sommano a quelle politiche con l’ala finiana le cui mosse, in modo particolare per l’accelerazione sul ddl anticorruzione (all’esame da oggi in commissione al Senato), vengono viste con sospetto.
Dalla Lega, attraverso Maroni, è arrivato un monito a non litigare. Con una crisi economica che sta rischiando di far precipitare l’Europa, è «irresponsabile» dare luogo a liti all’interno della maggioranza. Pertanto il ministro dell’Interno leghista ritiene sia «doveroso» trovare un «accordo nel Pdl per consentire a questo governo di governare con pieni poteri».
Ed è questa la linea di Berlusconi che ha rimesso nel cassetto, per ora, l’ipotesi del voto anticipato. Da Montaguto, dove una frana ha diviso Campania e Puglia, Bertolaso ha voluto ricordare che la sua uscita dalla Protezione civile non è legata all’inchiesta sugli appalti al G8, dove sono coinvolti la moglie e il cognato. «E’ dalla fine del 2008 che ho chiesto» di lasciare la poltrona. «C’ero quasi riuscito nei primi mesi del 2009, quando risolta l’emergenza rifiuti in Campania, intendevo avvalermi della pensione anticipata». Ma il 6 aprile dell’Aquila «ha fermato le lancette» che «oggi possono rimettersi in moto». Insomma, l’addio non è da subito, ma spostato all’autunno. Se tutto filerà senza troppi marosi.
Per un po’ farà il tirocinante delle emergenze, poi siederà sulla poltrona principale di via Ulpiano. A Palazzo Chigi si guarda con apprensione alla vicenda Bertolaso, per il quale c’è solidarietà, ma l’imbarazzo provocato dalla conferenza stampa di venerdì scorso, con il quasi incidente diplomatico con Hillary Clinton, non è ancora stato smaltito.
Se il caso Bertolaso, sempre più nella bufera dell’inchiesta sul «G8», ha fatto scattare un campanello d’allarme, la preoccupazione che altri bersagli della maggioranza possano venire colpiti dalle «bombe a grappolo» delle Procure, come Sandro Bondi o Denís Verdini, fa salire la temperatura. Il ministro dei Beni culturali, accusato di aver nominato un coiffeur alla galleria degli Uffizi, ha raccolto la solidarietà di un altro collega di governo, Franco Frattini, di fronte ai giornalisti di Bruxelles, ha esclamato: «C’è sconcerto per quest’attacco a una persona leale e perbene». Aggiungendo di essere stato «turbato». E le tensioni giudiziarie si sommano a quelle politiche con l’ala finiana le cui mosse, in modo particolare per l’accelerazione sul ddl anticorruzione (all’esame da oggi in commissione al Senato), vengono viste con sospetto.
Dalla Lega, attraverso Maroni, è arrivato un monito a non litigare. Con una crisi economica che sta rischiando di far precipitare l’Europa, è «irresponsabile» dare luogo a liti all’interno della maggioranza. Pertanto il ministro dell’Interno leghista ritiene sia «doveroso» trovare un «accordo nel Pdl per consentire a questo governo di governare con pieni poteri».
Ed è questa la linea di Berlusconi che ha rimesso nel cassetto, per ora, l’ipotesi del voto anticipato. Da Montaguto, dove una frana ha diviso Campania e Puglia, Bertolaso ha voluto ricordare che la sua uscita dalla Protezione civile non è legata all’inchiesta sugli appalti al G8, dove sono coinvolti la moglie e il cognato. «E’ dalla fine del 2008 che ho chiesto» di lasciare la poltrona. «C’ero quasi riuscito nei primi mesi del 2009, quando risolta l’emergenza rifiuti in Campania, intendevo avvalermi della pensione anticipata». Ma il 6 aprile dell’Aquila «ha fermato le lancette» che «oggi possono rimettersi in moto». Insomma, l’addio non è da subito, ma spostato all’autunno. Se tutto filerà senza troppi marosi.
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