
28/10/10
Il Messaggero
Accerchiato a Roma da alleati e procure che gli fan sudare lo scudo giudiziario e lo irritano con la storia di una presunta relazione avuta con una minorenne marocchina che, a detta dei bene informati, farebbe impallidire il rapporto con Noemi e famiglia di un anno fa. Accerchiato a Bruxelles da coloro che, con la scusa della crisi e dell'alto debito pubblico, varrebbero levargli persino gli "spiccioli" che pensa di elargire a dicembre con il "milleproroghe". Silvio Berlusconi, dopo giorni di riflessione a Arcore, tenta la “fuga” spostando il suo arrivo al consiglio Europeo di Bruxelles, tornando stamane ad Acerra tra qua rifiuti campani che soltanto qualche mese fa gli avevano fatto schizzare in alto l'indice di gradimento.
Una mossa in parte annunciata, ma che nelle ultime ore si è resa assolutamente necessaria per tentare di spezzare quella sensazione di logoramento dovuta alla paralisi del governo, della maggioranza e allo sbriciolamento del Pdl che continua a perdere pezzi sia in Parlamento che sul territorio, confermando quanto siano stati fallaci e presuntuose le stime di qualche “consigliere” Tornare ad Acerra tra le ecoballe, i roghi e la gente arrabbiata, pur di dare un segnale di vitalità e rispondere così anche al nervosismo leghista che vorrebbe misurare la legislatura su altre faccende e non sulla trattativa su un lodo o sui presunti incontri galanti, più o meno a luci-rosse, del Cavaliere.
Oggi, quindi, ad Acerra, a fianco di Bertolaso, "uomo del fare" per eccellenza. Se non fosse. che il presidente del Consiglio sembra aver perso nelle ultime ore ogni residuo ottimismo per colpa del procura di Milano che, come rivelato ieri l'altro da Il Fatto, sta verificando i racconti di una giovane marocchina che sostiene di aver avuto alcuni incontri con Silvio Berlusconi. Ora che su giornali e tv la faccenda cresce e che la procura di Milano, a giudizio del premier, «finge di lavorare in mia tutela», «le possibilità - sempre per il Cavaliere - che ciò non incida sui destini della legislatura sono pari a zero». Due giorni di summit con i suoi legali, Ghedini e Longo, lo hanno convinto che anche la vicenda delle rivelazioni della marocchina, dopo «il fango di Antigua» e quello «che arriverà dalle inchieste siciliane», fanno parte di un unico disegno che punta «a massacrare la mia immagine» e «a destabilizzare governo e maggioranza».
Se a tutto ciò si aggiunge un alleato, quale Gianfranco Fini, che sempre più spesso sostiene che non c'è nessun accanimento giudiziario nei confronti del premier, si comprende come l'appello della radicale Emma Bonino di «non tornare al voto dopo solo due annidi legislatura», rischi, per il premier, di rimanere un semplice auspicio. Per Berlusconi «il quadro si è orinai composto» e «l'elettorato sarà presto in grado di capire il disegno eversivo». Solo che per Berlusconi e i suoi avvocati la strategia è sottile egli assalti provengono «da più fronti». Ovvio che un presunto rapporto con una minore, e per giunta di origine extracomunitaria e in un'inchiesta su un giro di prostituzione, rappresentano per Berlusconi un pericolo enorme, tale da «rovinarmi l'immagine soprattutto all'estero».
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