
Prima un’ora di disgelo al Quirinale per esporre al presidente Napolitano il calendario delle riforme. Poi al Consiglio dei ministri per respingere le dimissioni del ministro Fitto, perché «la sconfitta in Puglia è colp a dell’intera classe dirigente» e per non aprire uno scontro nordsud.
Quindi il debutto su Internet per annunciare «la stagione delle riforme» e per galvanizzare i promotori della Libertà. A tarda sera, rientrato a Palazzo Grazioli, difende il partito che «ha funzionato», e non ci saranno cambiamenti al vertice «salvo alcune modifiche in realtà locali». Il Pdl «da quando esiste ha sostenuto la maggioranza che non ha mai perso un colpo. E havinto tutte le elezioni». Quindi «non vedo come si possano avanzare critiche nei confronti dei coordinatori nazionali, che si sono sempre comportanti benissimo». Comunque ci saranno modifiche locali, ma non per la Puglia: «No, ho rigettato le dimissioni del ministro Fitto, credo che le modifiche si debbano fare in molte regioni per operare delle aperture nei confronti dei giovani e delle donne». In particolare «voglio ringiovanire e aumentare la presenza delle donne dappertutto: ieri ho incontrato Anna Maria Bernini, nei prossimi giorni vedrò Monica Faenzi» le candidate del Pdl in Emilia e Toscana, «entrambe hanno avuto una buona performance elettorale, penso per loro a ruoli nel partito».A parte la nota scritta di lunedì scorso
quello di ieri sul web è il primo commento di Berlusconi dopo il voto: «Adesso inizia un periodo di tregua elettorale - dice sulla pagina Facebook del Giornale - e dovremo avviare la stagione delle grandi riforme: la riforma dello Stato, una grande e profonda riforma della Giustizia, una grande riforma con l’ammodernamento del Fisco». Quest’ultima in tre anni, prevede il portavoce Bonaiuti che aggiunge dopo le critiche del Pd sui tempi lunghi: «Non è un rinvio, siamo in tempi di crisi economica». Berlusconi chiama l’opposizione al confronto, con l’avvertimento che comunque andrà avanti anche da solo: «Non sappiamo se l’opposizione, o almeno una parte di essa, abbandonerà finalmente i toni e gli atteggiamenti di ostilità preconcetta sinora messi in campo. Me lo auguro. Noi –precisa il premier -comunque avvieremo il percorso delle riforme e giungeremo all’obiettivo di fare dell’Italia una nazione più efficiente e più moderna». Il successo «in sei regioni, in quattro province e in decine di comuni» è per Berlusconi «la dimostrazione che il "governo del fare" è stato pienamente apprezzato dagli elettori» e che adesso, «con la sintonia che si è creata tra il governo centrale e quelli locali potremo attuare celermente il nostro programma sul pianocasa, sulla sanità, sul taglio della burocrazia, sulla tutela del verde» fino ad arrivare a «completare la rivoluzione liberale» che è «il
mandato che abbiamo ricevuto dagli elettori». Ai Promotori di Berlusconi, la componente ex An del Pdl ha contrapposto - non senza polemiche reciproche Generazione Italia. Il vicecapogruppo pol Bocchino, vicino a Fini, assicura che Generazione Italia vuole lavorare nel Pdl: «Sia chiaro che nessuno di noi metterà mai in dubbio la leadership di Silvio Berlusconi, che ha dimostrato in questi anni di avere una eccezionale sintonia con l’elettorato italiano. Ma noi vogliamo anche che vi sia il massimo dell’armonia con il cofondatore del Pdl, Gianfranco Fini». Farefuturo, la fondazione presieduta da Fini, sottolinea che le riforme «è meglio farle tutti insieme». «E se siamo disposti a partire dalla bozza Violante, vuol dire che noi la nostra buona disponibilità ce l’abbiamo», sottolinea Bonaiuti.
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