
22/03/11
la Repubblica
La Lega la spunta. Al termine di un teso consiglio dei ministri sulla Libia il governo vira nella direzione chiesta da Bossi e dai suoi ministri, Calderoli in testa. La missione in Libia sarà sottoposta a un voto parlamentare dopo quello delle commissioni di venerdì scorso. Il governo si impegna a portare nelle sedi internazionali le richieste del Carroccio sugli immigrati. Ci sarà anche più prudenza da parte del governo su annunci e dichiarazioni sulla missione in corso. E in serata il premier da Torino avverte: «Sono addolorato per Gheddafi e mi dispiace. Quello che accade in Libia mi colpisce personalmente. Una delle cose certe è che i nostri aerei non hanno sparato e non spareranno». Quindi annuncia che l'Italia sta «sollecitando iniziative umanitarie» da parte di altre nazioni occidentali per i libici scappati negli altri paesi del Maghreb, «Lo facciamo nel nostro interesse, per prevenire flussi migratori», spiega.
Nella conferenza stampa al termine della riunione di governo anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa apre alle richieste leghiste, minimizzando le frizioni («non hanno frapposto ostacoli, la maggioranza è compatta») e assicurando che il Pdl «non si sottrarrà alla valutazione delle Camere». Seduto di fianco a lui il ministro dell'Interno Maroni aggiunge che i due partiti alleati stanno lavorando ad «una risoluzione da votare in Parlamento» che impegni il governo a chiedere all'Europa un aiuto nella gestione degli immigrati. La Russa concede molto altro alla Lega. Calderoli - intervistato da Repubblica - lo aveva criticato, ripetendo le sue parole al consiglio dei ministri di ieri (descritto dai partecipanti come «molto teso»). Così di fronte alla stampa l'ex colonnello deve assicurare che «non c'è mai entusiasmo nell'usare le armi» e garantisce che d'ora in poi i militari limiteranno le notizie alla stampa («non può esserci un "tutta la guerra minuto per minuto"»), altro punto sul quale a Palazzo Chigi è stato attaccato dalla Lega. Da Bruxelles il capo della diplomazia Frattini dice che l'Italia si aspetta che l'Ue si faccia carico dell'emergenza immigrazione.
Forte del successo Calderoli rilancia, e alle due «condizioni imprescindibili» avanzate domenica (blocco navale degli alleati di fronte ai barconi e gestione comune dei profughi) chiede anche «il rispetto degli accordi commerciali precedenti all'intervento militare e della risoluzione Onu» nell'intensità degli attacchi. Festeggia la Padania, che apre con il titolone "La Lega detta le condizioni" sulla Libia. Ma a preoccupare è il nuovo allarme terrorismo rilanciato da Maroni: verrà «intensificata» la protezione degli obiettivi sensibili e il monitoraggio delle persone che hanno avuto contatti con il fondamentalismo. Perché, spiega, esiste «il rischio» che terroristi o agenti «criminali» si «infiltrino» trai migranti.
Oggi si riuniscono i capigruppo per mettere in calendario dibattito e voto delle risoluzioni sulla missione italiana in Libia. L'opposizione chiede che a riferire in aula sia direttamente Berlusconi e tutti i partiti lavorano sulle risoluzioni da presentare a Camera e Senato. Lega e Pdl cercano di preparare un testo comune: ai punti cari al Carroccio il Pdl potrebbe aggiungere la richiesta di comando Nato (comunque gradita ai padani). Il Pd con Bersani parla di «governo confuso» ma appoggia la missione in Libia, purché rimanga nei limiti stabiliti della risoluzione Onu: proteggere i civili, la rimozione di Gheddafi va affidata alla «alla politica e alla diplomazia». L'Idv è sulla stessa linea.
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