
«La situazione è troppo grave, qui rischiamo di fare la fine della Grecia». Per la prima volta Silvio Berlusconi ha preso veramente visione della crisi di fiducia da parte dei mercati.
«Può saltare tutto da un momento all'altro, dobbiamo agire», ha detto al Capo dello Stato durante una conversazione telefonica di prima mattina. Il presidente del Consiglio ha offerto anche le dimissioni. «Se serve lascio adesso», è stato il suo ragionamento. Giorgio Napolitano non si aspettava la presa di posizione dell'uomo di Palazzo Chigi, ma ha preferito agire convocando al Colle subito Giulio Tremonti. Ieri, in realtà, anche il ministro dell'Economia ha ipotizzato un passo indietro. Ma Napolitano vuole soltanto che le misure anti-crisi vengano approvate al più presto. Nei fatti ha "commissariato" il Professore di Sondrio, visto che la legge di stabilità è stata scritta proprio dagli uffici del Quirinale
Al Colle sono arrivati anche messaggi allarmanti dall'Unione europea (Francia e Germania) e dalla Bce: serve subito una svolta, così rischiate il "default". Il presidente della Repubblica, riferiscono dal Pdl, ha parlato con Gianni Letta, esponendo la gravità del momento. E' maturato così il via libera di Berlusconi al nome del presidente della Bocconi. Del resto gli unici contrari all'esecutivo di larghe intese sono i socialisti (Sacconi e Brunetta) e gli ex An (Matteoli e La Russa). Tutti gli altri si sono avventati sul Cavaliere per chiedere di cambiare strategia, di abbandonare la strada del voto anticipato. Berlusconi ancora nel pomeriggio continuava ad esprimere dubbi e a porre interrogativi: «Troppe incognite, non possiamo entrare in un esecutivo insieme al Pd, i nostri elettori non ce lo perdonerebbero mai». Poi, però, dopo il pressing anche di Letta ed Alfano il premier ha ceduto. Motivando il suo sì con le condizioni economiche in cui versa il Paese. Del resto anche Ennio Doris, socio in Mediolanum della Fininvest del premier, ha auspicato che si giunga rapidamente alla formazione di un governo di transizione di tipo tecnico. «La situazione è troppo grave per poter contrapporre gli interessi del partito o personali a quelli del Paese», è stato il messaggio che l'inquilino di Arcore ha consegnato ad Umberto Bossi, sorpreso per la decisione del premier. «Ti sei fatto fregare», ha spiegato il Senatur, «se non cambi idea vuol dire che il nostro rapporto finisce qui, noi non ti seguiamo, andiamo all'opposizione, è rottura definitiva».
Berlusconi ha preso tempo. Anche al Capo dello Stato il premier ha fatto presente le difficoltà interne alla maggioranza. Il fatto è che il Cavaliere è ormai fuori dai giochi. A condurre la partita per il partito di via dell'Umiltà è stato direttamente Angelino Alfano, che dopo l'investitura di Berlusconi rischiava di finire travolto dai signori delle tessere del partito. Scajola, Formigoni e altri big di via dell'Umiltà non solo si sono opposti al ricorso delle urne, ma anche alla possibile candidatura a premier dell'ex Guardasigilli. E allora il neosegretario del Pdl ha dovuto ricucire tra le varie posizioni del partito: più di sessanta deputati erano pronti a lasciare, Isabella Bertolini e Roberto Antonione avevano già pronto un documento antivoto e anche al Senato circolava una lettera per evitare le elezioni anticipate. Il Cavaliere così è rimasto solo e ha aperto alla "carta" Monti. Non nascondendo con alcuni fedelissimi l'ulteriore ferita subita a causa dei distinguo dei suoi. Due giorni fa il "tradimento" di otto deputati, ieri l'isolamento a cui è stato costretto. «La verità è che tutti mi danno in pensione, meglio così, la palla ora passa agli altri», ha scherzato con i vari Rotondi e Giovanardi.
Nel governo dovrebbe entrare Gianni Letta, conservando la poltrona di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Si parla di Amato vicepremier e di Saccomanni all'Economia. Per il Pdl resterebbero alcuni ministri (si fanno i nomi di Frattini e Fitto). Dopo l'approvazione delle misure entro domenica alla Camera si apriranno le consultazioni. Tempi brevissimi, già all'apertura dei mercati ci dovrebbe essere l'indicazione di Monti premier e il conseguente giuramento.
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