
E Lunedì prossimo la Chiesa italiana romperà il silenzio sullo scandalo degli abusi sessuali esploso in diversi Paesi europei. Aprendo il Consiglio episcopale permanente della Cei il cardinale Angelo Bagnasco, prenderà di petto la questione.
D'altro canto il fatto che l'episcopato italiano, pur non colpito fino a ora in modo grave dalla vicenda, continuasse a tacere, cominciava a destare un certo scalpore a fronte di un dibattito così acceso fra le chiese dell'Europa continentale. «Se non fosse stato previsto l'appuntamento di lunedì durante il quale il cardinale entrerà nel merito dell'argomento, una presa di posizione già ci sarebbe stata» spiegano alla Cei.
Ieri il Papa ha ricevuto, come avviene sempre prima delle riunioni del vertice della Cei, il cardinale Bagnasco. Diversi i temi all'ordine del giorno, fra questi non poteva mancare il problema pedofilia, lo scandalo abusi che sta colpendo la Chiesa universale. Bagnasco non avrà un compito facile: Al momento, infatti, l'Italia è sembrata risparmiata dal dilagare dello scandalo, anche se alcuni segnali di allarme ci sono.
La diocesi di Bolzano-Bressanone ha aperto uno sportello per le denunce dei maltrattamenti da parte dei sacerdoti, tuttavia, spiegano dalla diocesi, «l'iniziativa è già in campo da diverso tempo, ora gli abbiamo dato più rilievo per via di quello che sta succedendo».
Nel suo intervento, Bagnasco difenderà la figura del Papa dagli attacchi mediatici e ricorderà ancora una volta che moltissimi preti compiono il loro dovere; poi, però, dovrà sciogliere il nodo del rapporto fra la Chiesa e le autorità giudiziarie.
La Santa Sede ha già dato un'indicazione generale in questo senso chiedendo il massimo rigore ai vescovi, e ora la congregazione per la Dottrina della fede sta ragionando sulle nuove norme da mettere a punto. Un passaggio importante di questa elaborazione è costituito dall'attesa lettera
del Papa sul caso degli abusi sui minori nelle scuole cattoliche irlandesi.
Il testo si rivolgerà alla Chiesa d'Irlanda e alle altre chiese locali, avrà dunque un respiro internazionale più ampio data la portata del problema. Il documento sarà pubblicato certamente prima di Pasqua, forse il giovedì santo. Intanto da Dublino arrivano brutte notizie: il cardinale Sean Brady, primate d'Irlanda, ha confermato di aver indotto nel 1975, insieme ad altri religiosi, due bambini vittime di abusi a giurare di mantenere il segreto sull'accaduto. Le associazioni
delle vittime chiedono le dimissioni; il cardinale ha risposto che lascerà l`incarico solo su richiesta del Papa.
Negli ambienti ecclesiali italiani non è passata inosservata la considerazione fatta in una dichiarazione ufficiale sullo scandalo dal promotore di giustizia della congregazione per la Dottrina della fede, mons. Charles Scicluna. Facendo il quadro della situazione, il "pubblico ministero" del Vaticano, ha detto di essere preoccupato per una certa «cultura del silenzio» che permane nella Chiesa italiana rispetto alle denunce di casi di abuso da parte dei preti. Ha poi spiegato che ci sono molti vescovi sensibili sul tema. D'accordo con Scicluna si è detto don Fortunato Di Noto, capo dell'associazione "Meter", impegnata da anni nella lotta contro la pedofilia. Don Di Noto è stato spesso ascoltato nei sacri palazzi per affrontare lo scandalo all'interno delle varie chiese nazionali. Il sacerdote ha detto che nella Chiesa italiana in effetti c'è un problema di «cultura del silenzio».
Fra i provvedimenti invocati dal fondatore di "Meter" quello di inserire percorsi formativi ad hoc contro la pedofilia nella pastorale ordinaria, quindi una maggiore selezione dei sacerdoti nei seminari.
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