Articolo di Luca Telese pubblicato su Il Fatto Quotidiano, il 19/11/10
Il signor Hood è tornato a sparare con le sue pistole e il suo "canestro pieno di parole", cantato da Francesco De Gregori, ed eternato nella storia politica italiana da trent’anni di battaglie condotte con ogni mezzo. Il signor Hood è tornato a sparare con le sue pistole nel giorno in cui si dice che a Montecitorio si possono pagare due milioni di euro per un solo voto, e ci sono quattro posti di sottogoverno all’asta. Leggi il titolo del comunicato diffuso dalla trincea di via di Torre Argentina, e scopri che Marco Pannella ha preparato l’ennesimo colpo di scena: "Il premier apra un dialogo costruttivo con Radicali".
Ti chiedi come sia possibile ventilare questa ipotesi, nel partito che ha lapidato Daniele Capezzone perché aveva iniziato a cinguettare con il gruppo dei "volenterosi", all’insegna dell’anatema (poi rivelatosi fondato) "Quello vuole inciuciare con Berlusconi". E poi leggi il catenaccio dell’agenzia: "Siamo aperti al confronto con Bersani e Berlusconi". Continui a restare incredulo, ma poi leggi ancora: "Per ora i sei parlamentari radicali non firmano la mozione di sfiducia”.
Finisci di leggere l’agenzia e pensi che ci mancava solo questo in un parlamento che oscilla fra il dramma e la farsa, con Daniela Santanchè che veste i panni della bounty killer a caccia di finiani. Ci mancava solo questo in questi giorni di crepuscolo con Silvio Berlusconi che traccia il solco con la spada: "Avremo la fiducia", e "raggiungeremo quota 316" (i voti necessari per ottenere il via libera) con una vittoria che viene promessa ad ogni costo, con l’onorevole Angeli che viene strappato dalla solita Bounty-Daniela all’odiato nemico finiano ,e altri quattro futuristi incolombati - Polidori, Catone, Massissa, Musso - che traballano pensosi, mi si nota di più se voto o se non voto? I posti del governo e del sottogoverno sono davvero stati messi all’asta, ci sono cifre da capogiro che girano vorticosamente per tutta la giornata nei capannelli del Transatlantico: "Offrono anche 200 mila euro per chi cambia casacca", ti ripetono i finiani di prima mattina, mentre tu ti chiedi dove finisca la realtà e dove cominci la leggenda.
A sera 200mila euro sono solo un buffetto: a qualcuno hanno promesso affari, cariche ed emolumenti. Però la cosa che si staglia su tutto è l’auto-promozione dei radicali. Pannella si è messo di nuovo sul mercato, a tenerci li appesi per capire se si tratta di un bluff o di una cosa vera, è più forte di lui. Deve essere l’istinto del saltimbanco mattatore - che in lui si sublima in arte - a impedirgli di restare in disparte: venderebbe l’anima per stare sulla scena. Aveva proprio ragione De Gregori, eppure correva il lontano anno 1975: "E che fosse un bandito negare non si può. Però non era il solo/ e che fosse un bandito, negare non si può". Decidi di cercare Pannella dopo aver parlato con Rita Bernardini, la sua pretoriana di sempre, la militante-militonta" indefessa, la vestale del banchetto referendario: "C’è il comunicato. E non tormentateci con le vostre domande in politichese. Non lo avete forse letto? E’ inutile che proviate a scrivere il finale del film mentre si stanno girando le prime scene!".
E allora eccolo, il testo del comunicato, le frasi incriminate: "Diventa sterile, caro presidente del Consiglio - dicono i radicali rivolgendosi al premier - evitare quello che ti sta accadendo in questi giorni per di più sempre più frequente". A parole è un salvagente, ovvio. Ma la Bernardini, quando è in battaglia con Marco negherebbe anche di essere viva: "Ma dove sarebbe scritto che noi facciamo un accordo con il Cavaliere". Allora vai in contropiede: "Quindi non lo fate, posso scriverlo?". La serranda si abbassa: "Leggi il comunicato e non dare nulla per scontato". E quindi potreste votare anche la fiducia... "E quindi ciao, click".
Eccolo, il comunicato, come al solito scritto in pannellese puro: "Quando si riconosce carattere e dignità di interlocutore politico al più antico partito nato in Italia, e per unanime riconoscimento responsabile di grandi conquiste di diritti civili nel nostro paese, che sia Bersani, Berlusconi, Bossi o Di Pietro....", leggi e resti con il fiato appeso in attesa del verbo: "...noi riteniamo non solamente utile ma anche necessario un dialogo costruttivo sull’immediato e sulle prospettive. Che si tratti di capi o vice-capi della maggioranza o dell’opposizione". Il dialogo anche con la maggioranza. Ovvero la possibilità di votare. Allora, prima di cercare Pannella, chiamo Emma Bonino. Subito alza il ponte levatoio: "È tutto nel comunicato, è tutto sulle agenzie…". Ma io voglio sentirlo da lei, domanda secca, potreste votare davvero la fiducia: Arriva l’invettiva stile Rosa nel pugno: "Siete tutti uguali voi giornalisti! Tutti tesi al cicaleggio oligarchico, noioso, di palazzo. Alla chicchiera gossippara che nega le ragioni della politica!". Quindi potreste votare la fiducia? "Mi hai deluso. In questi termini non posso continuare la conversazione, Ciao". Clik (e due). Intanto il tam tam del palazzo celebra tutti i nomi dei futuristi che sono appesi al dubbio, come nella fiducia scorsa fu per i liberldemcoratici della Melchiorre. Ti dicono che stia dubitando Consolo. Si affanna in una smentita sulla sua "sofferenza" Giorgio Conte: "Ho le idee chiare sulle mie decisioni. E sul percorso di Fli". Avverte Francesco Rutelli: "Temo si stia scatenando un’indecorosa campagna acquisti, quindi il risultato per il 14 dicembre sarà tutt’altro che scontato". E il ministro Sandro Bondi gioca con il pallottoliere. Se per esempio i Radicali non votassero l’asticella scenderebbe a quota 312. I radicali infatti sono sei: Beltrandi, Bernardini, Mecacci, Turco, Farina, la Coscioni e Zamparutti. E li hanno votati gli elettori del Pd. Allora arrivi all’ultima telefonata, quella a Pannella. Che comincia benissimo: "Ma che cazzo di domande fai?".
Quelle che il vostro comunicato ispira: "Non lo hai letto". L’ho letto. "A sì? Lo hai letto? Sei sicuro di averlo capito?". Più o meno, dico. L’unica cosa non chiara è se bluffate o fate sul serio. Allora per fortuna Pannella si arrabbia. "Noi dialoghiamo con tutti, è la nostra natura. Se hai capito quel comunicato sai che io potrei benissimo fare anche la escort di Berlusconi. Almeno sarebbe una trasgressione al vostro conformismo". In fondo aveva ragione De Gregori, già nel 1975, quando guidava le sue note fra le pagine chiare le pagine scure: "Il signor Hood era un galantuomo/, sempre ispirato dal sole/ con due pistole caricate a salve e un canestro pieno di parole".
© 2010 Il Fatto Quotidiano. Tutti i diritti riservati