
22/09/10
Libero – Ed. Milano
La sua poltrona notoriamente è appesa a un filo, ma a quanto pare lui non ha paura di tenderlo. Giampaolo Landi di Chiavenna, unico assessore dichiaratamente finiano in seno alla giunta di Letizia Moratti, ha fatto capire ieri di non essere contrario all'idea dell'ex assessore Edoardo Croci, da Enrico Fedrighini dei Verdi e dal radicale Marco Cappato di indire un referendum sull'ambiente a Milano. Un'iniziativa organizzata in aperto contrasto con l'amministrazione comunale. La reazione del PdL non si è fatta attendere. Per il capogruppo Giulio Gallera la soluzione è semplice: «Se Landi decide di sostenere i cinque referendum sull'ambiente si pone automaticamente contro l'amministrazione. Sarebbe una scelta incompatibile con la sua presenza in giunta». In altre parole, se ne deve andare di corsa. «Quei referendum», continua Gallera, «sono un'iniziativa strumentale e politica, affrontano i temi in questione in termini generici e in contrasto con l'amministrazione, tanto che sono stati promossi da un ex assessore allontanato dalla giunta e da due rappresentanti dell'opposizione. Non sono evidentemente compatibili il sostegno ai referendum e quello all'amministrazione». La posizione di Landi, per la verità, sembrava fosse già stata chiarita. Il sindaco non ha nessuna intenzione di effettuare rimpasti a pochi mesi dalle elezioni, e l'assessorato in mano al finiano non è considerato "strategico", anzi. Il PdL, tuttavia, da qualche tempo ha iniziato a premere: quella poltrona dà a uno dei pochi uomini di Fli a Milano una sicura visibilità, fatto che prima della campagna elettorale potrebbe rivelarsi controproducente.
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