
L’autocandidatura di Emma Bonino alla guida della regione Lazio ha preso in contropiede il Pd e fatto emergere tutte le contraddizioni del partito di Pier Luigi Bersani. L`esplorazione condotta per due giorni dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti si è conclusa ieri sera con una sua nota. Un messaggio esplicito ai massimi vertici del partito. «Purtroppo non esistono le condizioni per una candidatura che coinvolga tutte le forze di una coalizione così larga, fino all`Udc. La scelta a questo punto è tra due ipotesi: o l`individuazione di una forte e autorevole candidatura di carattere nazionale o un possibile sostegno a Emma Bonino». Politichese puro, che tradotto è un sollecito a scendere in campo rivolto ai big. E i massimi vertici a cui si allude sono essenzialmente due: o Enrico Letta o Rosy Bindi. Ambedue cattolici, ambedue in grado di poter chiudere l`accordo con l`Udc, due facce in grado di far dimenticare agli elettori laziali il disastro Marrazzo. Difficile dire se il giovane vicesegretario democratico o la presidente del partito accetteranno quello che a questo punto assume il sapore di un ultimatum: o ci mettete la faccia e rischiate in una corsa non in discesa ma neppure persa in partenza, oppure poi non venite a lamentarvi se mettiamo la Bonino. Certo è che l`ipotesi Bonino per il Pd sarebbe un grosso rischio: sostenere un`abortista arci-laica nella città del Papa equivarrebbe per il mondo cattolico-democratico a un suicidio politico. Un disagio a cui ha dato voce ieri Pier Ferdinando Casini, quasi a nome dei «cugini» cattolici nel Pd, per spiegare che «tra la Polverini e la Bonino l`Udc sceglierebbe la Polverini di cui condividiamo la battaglia sul quoziente familiare». Inutile dire che invece una parte dei democratici sarebbe ben felice dell`opzione Emma. Come Paola Concia, deputata democratica ed esponente storica del movimento omosessuale o il socialista Bobo Craxi. Contrari i pd ex ppi, che con Castagnetti rifiutano l`opzione radicale e buttano lì il nome di Silvia Costa. Stamani Bersani parlerà e diraderà qualche dubbio, e non solo per il Lazio. In Puglia la situazione è infatti, se possibile, ancora più intricata. Casini due giorni fa ha aperto un credito verso il giovane democratico Francesco Boccia («lo sosterremo se sarà lui la scelta definitiva, ma devono decidere in fretta, entro lunedì» aveva detto il leader centrista). Ma la Puglia resta un`incognita. Nichi Vendola non accenna a farsi da parte e invoca le primarie («altrimenti resto candidato»), primarie che rimanderebbero la decisione di qualche settimana e probabilmente rimetterebbero in discussione l`apertura di credito di Casini. Adriana Poli Bortone, ex sindaco di Lecce ed ex ministro di provenienza An molto avvicinatasi nel frattempo all`Udc, attende fiduciosa.
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