
Prende il via questa settimana in Comune il dibattito, che si annuncia acceso tra maggioranza e opposizione, sul biotestamento. Mercoledì infatti la questione sarà affrontata congiuntamente dalle commissioni Affari istituzionali, Politiche sociali e Referendum. In calendario c’è l’audizione del comitato promotori delle delibere di iniziativa popolare, già depositate da tempo. In particolare, la proposta attiene «l’istituzione del registro delle dichiarazioni anticipate di volontà sui trattamenti sanitari, l’istituzione del registro di raccolta e conservazione delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario, il Regolamento che istituisce il Registro delle Dichiarazioni anticipate di fine vita e ne regola il funzionamento». Sul tema è stata presentata anche una delibera di iniziativa consiliare, proposta dalle consigliere Marilisa D’Amico (Pd) e Patrizia Quartieri (Sel), che aggiunge la possibilità per i cittadini di esprimersi su espianto degli organi e cremazione, e sulla quale Marco Cappato (Radicali), tra i promotori dell’iniziativa popolare, aveva espresso l’auspicio che la nuova proposta si trasformasse in emendamenti al testo già depositato con le firme raccolte. Ma il consigliere di opposizione Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia) fa presente che l’approvazione sulle delibere riguardanti il biotestamento, «come hanno scritto nel loro parere i Direttori dei settori competenti del Comune, è condizionata dal parere del Garante della privacy, visto che esse trattano dati sensibili». La questione è stata sollevata già martedì scorso da centrodestra nella riunione dei capigruppo «e la maggioranza si è arroccata in un parere da chiedere alla Segreteria Generale. Ma nei documenti allegati alle tre delibere i Direttori che tratteranno la delibera scrivono in maniera incontrovertibile che l’espressione favorevole del Garante non è fondamentale». Un passaggio che, sostiene De Corato, «i “laicisti” Pisapia e Majorino, assessore alle Politiche sociali, hanno cercato di non far emergere».
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