
08/10/10
La Repubblica - ed. Milano
La firma adesso c'è. Ed è quella del sindaco-commissario. E così, con la sigla in calce a una lettera che questa mattina dovrebbe essere spedita ai proprietari privati delle aree di Rho-Pero, che Letizia Moratti ha provato a uscire dalla palude di Expo. Lì, in quella pagina scarsa costata mesi di scontri e polemiche, Palazzo Marino chiede a Fondazione Fiera e gruppo Cabassi di consegnare in modo «incondizionato» i terreni su cui dovranno sorgere i padiglioni del 2015 e di partecipare ai costi (imprecisati) perle infrastrutture del sito. Con una scadenza: la risposta dovrà arrivare entro il 14 ottobre. A cinque giorni dall'ultimatum del Bie. Ma quella firma è arrivata al termine di una giornata, l'ennesima, in cui Comune, Regione e Provincia si sono rimpallati documenti e il testo di quel «comunicato congiunto» annunciato da tre giorni e non ancora licenziato.
E che rischia di far saltare anche quella tregua armata appena siglata. Perché per il Pirellone ancora ieri sera non si era giunti a una vera condivisione. E quella lettera sarebbe un'iniziativa del commissario. A lei Roberto Formigoni aveva detto: «Fai quello che vuoi, ti prendi la responsabilità della scelta». Che quello strappato in extremis durante il vertice di martedì notte a casa del sindaco non fosse un «accordo condiviso» da tutti i protagonisti della telenovela Expo, si era capito fin dal mattino successivo. Quando Formigoni aveva fatto scendere il gelo sulla strada del comodato d'uso: la scelta da sempre indicata da Moratti e Podestà.
Il presidente della Regione - che ha provato fino alla fine a difendere la proposta della Newco per acquistare i terreni - aveva preso le distanze. Il Pirellone si era limitato ad «aderire» alla scelta del sindaco-commissario ponendo però delle condizioni imprescindibili: paletti legali secondo cui i privati avrebbero dovuto sostenere parte dei costi delle infrastrutture di Expo e assicurare la disponibilità delle aree «a prescindere dai contenuti della variante che disciplina il post Expo».
È su questo che, anche ieri, è continuato il braccio di ferro tra le istituzioni per forgiare l'ormai celebre comunicato. Senza arrivare - secondo la Regione- a un via libera ufficiale. E su cui adesso si gioca la trattativa con i privati. Perché Letizia Moratti la lettera l'ha firmata. Contiene il termine «incondizionato»: il modo con cui Fondazione Fiera e Cabassi dovrebbero assicurare la disponibilità dei terreni senza ritirarsi o pensare a vendite. Non solo. Lo scorso luglio, i privati avevano accettato di versare un extra-bonus perle infrastrutture di 50 milioni, anche se la Regione ha sempre chiesto di arrivare fino a 120. Attorno a questi elementi riprenderà il tira e molla. Con una domanda fondamentale: Fiera e Cabassi accetteranno? Intanto le polemiche non si placano. La radicale Emma Bonino benedice la proposta di Stefano Boeri di spostare i padiglioni all'Ortomercato e annota: «Le notizie su Expo provocano grande amarezza se si pensa a tutto il gioco di squadra fatto per vincere». L'ex presidente della Provincia del Pd Filippo Penati attacca: «L'accordo sulle aree Expo voluto dalla Moratti? Un grande regalo ai privati».
© 2010 La Repubblica - ed. Milano. Tutti i diritti riservati