
07/01/11
Italia Oggi
Le primarie dell’Ulivo erano state a lungo presentate come l’arma assoluta della democrazia, come la cartina al tornasole della straordinaria apertura verso gli elettori di un grande partito non più in mano alle sue nomenklature. Pur essendo stata copiata (male) dal modello da tempo in vigore negli Stati Uniti, da sinistra, le primarie tricolori, venivano illustrate come un prodotto originale del genio politico che da sempre alberga nella sinistra italiana. Un prodotto («invidiato in tutti gli altri paesi moderni», diceva Romano Prodi) e destinato quindi all’esportazione (si parlava infatti, non a caso, di «Ulivo internazionale»). Le cose si sono sviluppate molto diversamente. Adesso le primarie per le nomine nel Pd sono vissute dalla leadership del partito come un grave inciampo anziché come una straordinaria opportunità. Da più parti si fa capire (e si è anche detto) che le primarie andrebbero abolite. Ma, come dimostra il nostro Antonio Calitri, a pag. 5 di questo numero di ItaliaOggi, si fa di peggio. Le primarie andrebbero abolite se sono sfavorevoli mentre vanno utilizzate quando sono propizie. È il caso, ad esempio, di Piero Fassino che, avendo constatato che a Torino ha il vento in poppa con le primarie, chiede di utilizzare questo metodo che lui, fino a un mese fa, aveva aspramente criticato. A Torino infatti le primarie non sarebbero giocate accanitamente come è successo a Firenze (dove saltò fuori, per la corsa a sindaco, il candidato inviso al Pd, Matteo Renzi) o come è avvenuto in Puglia (dove ebbe la meglio Nichi Vendola al quale il Pd voleva sbarrare la strada) o a Milano, dove il candidato sindaco per la sinistra è stato Giuliano Pisapia, un ex deputato di Rifondazione comunista. Ma anche se Piero Fassino, com’è probabile, ma anche non assolutamente certo, dovesse essere confermato, le primarie restano uno strumento che indebolisce la nomenclatura del Pd, mettendone in discussione i nomi e gli assetti di potere. Il punto adesso è: come riuscire a disinnescare senza danni uno strumento che è stato presentato sino a poco tempo fa come la quintessenza della democrazia?
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