
16/11/10
Corriere della Sera
Un appello all’Assemblea generale dell’Onu e firmato da leader politici di 42 Paesi, africani e arabi ma non solo, con un forte impegno dell’Italia. Per arrivare entro fine 2010 a una risoluzione che vieti per sempre nel mondo le mutilazioni genitali femminili hanno preso posizione le first lady di Burkina Faso, Uganda, Benin e Guinea-Bissau, con l’italiana Clio Napolitano; Nobel come Rita Levi Montalcini, Nadine Gordimer, Desmond Tutu e Shirin Ebadi. E la vice presidente del Senato Emma Bonino che dal 2003 ha lanciato, con la sua Ong «Non c’è pace senza giustizia», la campagna per debellare un orrore inflitto a 150 milioni di donne e bambine, spesso tollerato o anche approvato dalle religioni. L’obiettivo è un netto divieto dell’Assemblea per «confermare con chiarezza la condanna universale da parte della comunità internazionale di questa flagrante violazione dei diritti umani - sostiene Bonino -. Ciò permetterebbe di rafforzare le leggi esistenti e contribuirebbe a cambiare la percezione di tali mutilazioni come violazioni dei diritti umani». L’appello può essere firmato sul sito www.banfgin.org.
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