
Già domani il Senato potrebbe dare il via libera al ddl anticorruzione. Ma prima resta da sciogliere il nodo dell'articolo 18: la norma che obbliga i magistrati a dichiararsi fuori ruolo quando svolgono in contemporanea più incarichi e che limita rassegnazione ad altri incarichi a soli 10 anni. Il vincolo piace poco soprattutto alla magistratura ordinaria che alla fine resterebbe l'unica vera destinataria del provvedimento. E in questo senso, commentano soprattutto nel Pdl, andrebbe letta l'ennesima bocciatura a 360 gradi del testo da parte del presidente di Magistratura democratica, Luigi Marini, secondo il quale il ddl risulterebbe «incompleto» e potrebbe «danneggiare i procedimenti in corso». La posizione del leader di Md, tra i senatori del Pdl, viene definita «pretestuosa» in quanto «finalizzata in realtà solo a far saltare» la misura sui fuori ruolo. Da qui la possibilità che l'articolo venga stralciato prima che il testo torni alla Camera. Oggi il Guardasigilli Paola Severino incontrerà i tecnici della Giustizia di Pdl, Pd e Udc, rispettivamente Enrico Costa, Andrea Orlando e Roberto Rao. Tre le alternative: lo stralcio della norma con possibile trasformazione in una delega al governo; la sua riformulazione; la soppressione.
Quest'ultima ipotesi sarebbe la più facile da realizzare visto che in questo senso sono stati già presentati ben tre emendamenti presentati dal senatore radicale-Pd Marco Perduca, dal responsabile Giustizia dell'Idv Luigi Li Gotti e da Ada Spadoni Urbani del Pdl. «Ma noi ci opporremo con forza- è pronto a dare battaglia Enrico Costa - a tutte e tre le ipotesi perché vogliamo che invece l'articolo 18 contenga meno deroghe e coinvolga più magistrati possibile». Su questa linea è anche il presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli secondo il quale il possibile tentativo di riformulare l'articolo «non sarebbe la strada giusta». Anche nel Pd non mancano le perplessità. Andrea Orlando e il capogruppo del Pd in commissione Giustizia Donatella Ferranti continuano a chiedere a gran voce il voto di fiducia per blindare il testo. Il più scettico, però, resta Roberto Giachetti, il deputato del Pd che inserì con un suo emendamento la questione dei fuori ruolo nel ddl anticorruzione: «Finalmente il gioco viene allo scoperto», commenta. Per Giachetti l'obiettivo è far «tornare tutto come prima senza nessuna regola e nessun limite».
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