
Molti portavano gli allievi minorenni nelle loro abitazioni, li costringevano a carezze e palpeggiamenti. Molti altri preferivano il piacere sadico delle percosse: amavano usare bastoni o stampelle di legno per picchiare i ragazzi sulle natiche e sulla schiena, fino a vedere le cicatrici sulle loro pelle. Uno studente si tolse la vita. Un religioso ebbe una relazione con una studentessa sedicenne. Ettal, l'abbazia dell'orrore: nel rapporto dell'avvocato Thomas Pfister, incaricato di indagare dagli attuali responsabili dell'abbazia stessa e della Chiesa, l'antico convento benedettino appare, nel suo passato recente, come un luogo di violenza e di tragedie.
«Le vittime mi chiamano giorno e notte», dice l'avvocato Pfister. Narra delle lettere degli ex studenti: «In tutti gli anni Sessanta, regnava un clima di terrore assoluto». Le vittime di allora scelgono l'anonimato, non vogliono compromettersi dicendo il loro nome. La vergogna per gli
abusi subiti ha spezzato i loro animi, ma adesso hanno almeno trovato il coraggio di rompere il silenzio. Oltre cento casi di abusi e violenze sono documentati, e gli ultimi risalgono allafine dell'anno scorso.
«C'era padre G. che andava con gusto mirato a scegliersi per vittima gli scolari che sembravano più deboli di carattere... Lui e altri preferivano accanirsi con percosse contro i bimbi più piccoli, magari tra gli otto e i dieci anni». Il confine tra violenza fine a se stessa, percosse inflitte per piacere sadico, e gusto della violenza mosso da una sessualità perversa, attraversa di continuo zone grigie nelle testimonianze delle vittime. Si parla di violenza sessuale anche contro i religiosi
più giovani, come un macabro "nonnismo" tra frati o sacerdoti anziché tra soldati. «Ricordo ancora», narra un'altra vittima, «che il mio insegnante, un prete, una volta mi picchiò talmente a lungo con un bastone di bambù che poi dovettero ricoverarmi all'infermeria del convento... Nessuno seppe mai nulla, dominavano omertà e silenzio. Furono gli anni peggiori della mia vita, da adulto divenni alcolizzato». Un altro "ex di Ettal" ricorda un sacerdote americano. Raccontava sempre di aver subito traumi come cappellano nella guerra di Corea. Tra gli studenti era temutissimo per la brutalità dellesue percosse. Altri religiosi, continua il rapporto di Pfister, sfogarono le loro tendenze pedofile od omosessuali con i giovani. «Un padre, ora nel frattempo scomparso, amava tenere vicino a sé i giovani eccitati, e avere contatto corporale con loro». Un altro religioso ancora adesso è sotto inchiesta: in anni recentissimi, ha diffuso su siti pedofili in internet foto di suoi allievi seminudi.
«Confesso con vergogna di aver percosso e umiliato anch'io bambini e ragazzi, tra il 1985 e il 1987», ha detto in pubblico, piangendo alla conferenza stampa, l'ex amministratore di Ettal, padre Johannes Bauer. «Lo ammetto, picchiavo brutalmente i giovani sulle natiche nude, usando dure, pesanti stampelle di legno». Le tecniche della violenza erano raffinate, mostravano spesso una perversa, criminale fantasia. Arrivavano a strappare i capelli con forza a bambini e ragazzi, per il piacere di farli piangere dal dolore. «Ci tiravano via le basette con colpi brutali delle loro mani, era una sofferenza estrema», narra un altro ex studente. Le vittime parlano, a decine se non a centinaia.Si è rivolto all'avvocato Pfister anche un monaco, raccontandogli di quando superiori e confratelli anziani lo violentarono. La violenza in tono minore, ma non meno sottile e crudele, era quella dei preti che davanti ai bambini aprivano i pacchi dono inviati ai giovani dai genitori. Con le peggiori minacce, obbligavano i minorenni a regalare loro i migliori dolciumi o i doni più belli.
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