
Ancora dovevano essere trasporate in Italia le salme dei due alpini morti lunedì, che i talebani hanno colpito di nuovo. L’attacco più clamoroso è avvenuto davanti alle rovine del Daralaman palace, il vecchio palazzo reale di Kabul: solo lì ci sono stati 18 morti, tra i quali cinque soldati americani e un canadese. «A colpire - ha detto il portavoce talebano Zabihullad Mujahid - è stato un nostro attentatore suicida che si è fatto saltare contro un convoglio Nato guidando una Toyota Corolla contenente 750 chili di esplosivo». Distrutti tre suv blindati della Nato, ma anche sette auto civili e un bus (dove ci sono stati 8 morti e quaranta feriti, tra i quali molte donne e bambini).
L’offesiva talebana è però stata più ampia e ha prodotto altri attentati nella provincia di Paktia e nell’Helmand. Tragico il bilancio: sette soldati della Nato, due afgani e tre poliziotti afghani e ben 12 civili uccisi. Almeno 47 civili e sei soldati Nato feriti.
Ma l’ondata di attentati non fa deflettere la linea italiana. Alla Camera, il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha detto che «al momento sono impegnati in Afghanistan 3.300 militari italiani, che in linea con il piano approvato dal governo e dal Parlamento sono destinate a raggiungere quasi 4 mila unità entro la fine dell’anno. «Mi rivolgo agli infami, vigliacchi aggressori che hanno colpito anche stavolta nella maniera più subdola, ma mi rivolgo anche alle ‘orecchie’ che hanno qui in Italia e che riferiscono ogni dettaglio di quello che la politica, le istituzioni dicono e fanno in ragione di quello che avviene in Afghanistan - ha detto La Russa - Quegli esponenti politici che ancora oggi chiedono di interrompere la nostra missione danno oggettivamente una mano, forse inconsapevolmente, al terrorismo».
La Russa ha ricevuto la solidarietà di Casini ma stato contestato dall’Idv («Non è più missione di pace ma di guerra») mentre Emma Bonino ha detto che la missione «va confermata ma rivista». Questa mattina arriveranno a Ciampino le salme di Massimilano Ramadù e Luigi Pascazio, i due alpini morti nell’attentato, che sono stati salutati ieri a Herat dal contingente. I funerali si terranno domani. Ieri è giunto invece a Roma il caporal maggiore Gianfranco Scirè, ferito a una gamba ma in condizioni discrete, ed stato ricoverato all’ospedale militare romano del Celio.
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