
La maggioranza non c'è più. Quota 316 sembra ormai irraggiungibile. Il gruppo degli «indisponibili» di Sardelli è ormai pronto e alla Camera i venti che vi aderiranno bloccheranno l'asticella della maggioranza a quota 305-306 già al momento del voto sul Rendiconto. Scenario analogo si prepara al Senato. A lavorare per un gruppo di dieci, l'ex ministro dell'Interno Pisanu e il collega Saro. La situazione è molto fluida e il giorno che manca all'appuntamento a Montecitorio con il Rendiconto generale dello Stato, potrebbe essere decisivo. Ieri sera la notizia del passaggio di Gabriella Carlucci dal Pdl all'Ude. Un passaggio pesante e un colpo duro per Berlusconi, che per la prima volta dopo tanti anni decide di non rientrare per il weekend ad Arcore ma di continuare a telefonare e incontrare i malpancisti a palazzo Grazioli.
L'appuntamento decisivo sarà il voto di domani sul Rendiconto, già bocciato una volta: se dovesse essere approvato solo grazie all'astensione dell'opposizione, per Berlusconi scatterà l'allarme rosso e difficilmente il premier potrà evitare quel passaggio al Quirinale che Letta, Alfano e Verdini gli consigliarono già venerdì sera. Dei sei firmatari della lettera, Berlusconi ha recuperato finora solo Giorgio Stracquadanio che ha ufficialmente annunciato il suo voto a favore sul Rendiconto. Incerta la Bertolini, mentre Antonione non cede e si dice pronto a votare anche contro un'eventuale mozione di fiducia.
Sul Rendiconto la strategia dell'opposizione potrebbe orientarsi verso l'astensione e su questa linea sarebbero schierati i deputati eletti nel centrodestra Gava, Destro, Antonione e Pittelli. Altri parlamentari del centrodestra potrebbero però uscire allo scoperto in una votazione che dovrebbe costringere il Cavaliere al passo indietro. Tra coloro che farebbero parte della zona grigia i rumors di Montecitorio annoverano il repubblicano Francesco Nucara e l'ex Fli Adolfo Urso che, a differenza di Andrea Ronchi, avrebbe recuperato, grazie a Beppe Pisanu, anche il rapporto con Gianfranco Fini.
Allo stato dell'arte dopo l'uscita verso l'Udc di Alessio Bonciani, Ida D'Ippolito e Gabriella Carlucci, il Pdl arriva a quota 314 solo grazie a Luca D'Alessandro, che ha sostituito lo scomparso Pietro Franoso e ai sei deputati firmatari della lettera promossa da Roberto Antonione. In via dell'Umiltà il pallottoliere si ferma però molto sotto i 314. Pronto a trasferirsi nell'Ude dovrebbe essere anche Paolo Russo. Comunque sia su dieci-quindici deputati, lo stesso Verdini non metterebbe la mano sul fuoco, anche perché aver evocato il voto anticipato in caso di caduta dell'attuale governo, non sembra aver aiutato il Cavaliere.
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