
Non finisce mai il dramma dei suicidi, veri o presunti, nelle carceri italiane. Anche ieri, sul fronte di questa guerra silenziosa e spietata,due nuovi casi che portano a livelli da record le cifre della strage. Gli episodi, avvenuti nel reparto osservazione del carcere napoletano di Poggioreale e nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia. Con queste morti, sale a 58 il totale dei suicidi nelle celle italiane in questo 2011. Al dramma penitenziario con il suo carico di disumanità indegnità e dolore» sia una delle «priorità» del prossimo governo. A chiederlo è il sindacato Uil-Pa penitenziari che ha denunciato questi ultimi due casi. Ossia quello nella struttura in Emilia, un camionista che aveva fatto una strage nel mantovano, e quello di un detenuto del carcere napoletano di Poggioreale, che era stato arrestato venerdì scorso per tentativo di omicidio e che ha utilizzato per togliersi la vita brandelli della coperta in dotazione. Una spirale drammatica su cui incide «l'incapacità del sistema penitenziario di garantire una detenzione dignitosa e umana oltreché, l'impossibilità di adempiere al dettato costituzionale di rieducazione e risocializzazione».
Il degrado strutturale ed il sovraffollamento delle strutture penitenziarie «contribuiscono al sistematico calpestio della dignità umana». E la mancanza di risorse umane, logistiche ed economiche «nega qualsiasi possibilità di agire sul fronte del recupero e della risocializzazione dei rei». «Una situazione al limite dell'ingestibilità», sottolinea il segretario Eugenio Sarno, che ringrazia il leader dei Radicali Marco Pannella per aver definito «eroico» l'impegno della polizia penitenziaria. Questa la ricostruzione di Sarna: «A Poggioreale - continua Sarna - a suicidarsi, con dei brandelli della coperta in dotazione, è stato R.G., 50enne originario di Napoli, arrestato nella giornata di venerdì per tentato omicidio. A Reggio Emilia, verso le 11.15, a suicidarsi un pluriomicida che si è impiccato al rientro in cella dopo aver effettuato un colloquio con i propri cari». Per la Uil Penitenziari la spirale di suicidi è solo uno degli indicatori delle condizioni in cui versa il sistema penitenziario italiano. «É sempre difficile, se non impossibile, comprendere le motivazioni che portano a queste auto soppressioni in cella - aggiunge Sarna - riteniamo, però, di poter affermare che molto incida l'incapacità del sistema penitenziario di garantire una detenzione dignitosa e umana oltreché l'impossibilità di adempiere al dettato costituzionale di rieducazione e risocializzazione».
Lo ha ben compreso il quasi ex ministro Palma, secondo Sarno «che, in occasione del discorso pronunciato a Roma durante la cerimonia del giuramento dei 756 neo agenti di polizia penitenziaria, non ha sottaciuto le criticità operative e amministrative che ammantano l'Amministrazione penitenziaria. Queste criticità - sottolinea Sarno - impediscono di fatto gli alti e nobili obiettivi che la Costituzione affida al sistema penitenziario».
Il degrado strutturale ed il sovraffollamento delle strutture penitenziarie contribuiscono al sistematico calpestio della dignità umana. «La mancanza di risorse umane, logistiche ed economiche nega qualsiasi possibilità di agire sul fronte del recupero e della risocializzazione dei rei - conclude Sarno - sul fronte del- prime linee penitenziarie».-*.-Costituzione negata la sicurezza le tante evasione ed i moltissimi tentativi di evasione, le molteplici aggressioni in danno del personale da parte dei detenuti, le tante risse e gli innumerevoli episodi di violenza certificano una situazione al limite dell'ingestibilità, per poliziotti penitenziari sempre più abbandonati nelle frontiere delle prime linee penitenziarie».
© 2011 L'Unità. Tutti i diritti riservati