
18/11/10
La repubblica - Cronaca di Roma
La parola "gay" è off limits per la Regione che ha oscurato i principali portali di informazione per gli omosessuali, da gay.it a gay.tv, a gaynews.it. «Se dai pc della Pisana», segnala Sergio Rovasio, segretario dell’associazione radicale "Certi diritti", «su Internet, si chiedono indirizzi con la parola "gay", appaiono il marchio della Regione e la scritta "Accesso non consentito"». E, forse ispirati da un soprassalto di trasparenza delle cattive azioni, gli autori della censura, esplicitano la motivazione: «Le attuali policy aziendali (sic!) non consentono l’accesso al sito richiesto». Con un finale "tragicomico": «La pagina che si sta tentando di visualizzare è categorizzata come "Pornography"».
«I piani alti della Regione», per Rovasio, che è anche capo della segreteria dei consiglieri Radicali, «considerano la parola gay come pornografica e, autoritariamente, alla"Goebbels de noantri", sbarrano l’accesso ai siti non graditi». «Questa», commenta, «è una censura dettata da ignoranza, pregiudizio e arroganza». «Anche l’accesso ai socialnetwork era stato prima chiuso e poi riaperto dopo le nostre proteste». «Speriamo», continua, «che i vertici della Regione, presi dal senso del ridicolo, facciano lo stesso con i portali gay che, nei loro siti, di tutto trattano fuorché di pornografia».
Ma la rivolta già corre online e serpeggia tra gli scranni della Pisana: «Se la Regione non tornerà sui suoi passi», minacciano i consiglieri radicali, Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita, «ci imbavaglieremo, sotto la sede del Consiglio regionale, per rivendicare la libertà di navigare liberamente nella Rete, come fa ogni cittadino».
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