
La notizia era già trapelata la settimana scorsa, anticipata proprio dal ministro dell'Ambiente, Corrado Clini: il Consiglio di Stato ha ribaltato ]a decisione del Tar, il termovalorizzatore di Albano si può fare. La prima a commentare questa novità, che va a reinserire una pedina importante nel piano dei rifiuti del Lazio (anche se Albano è una scelta della precedente amministrazione), e stata la presidente della Regione, Renata Polverini: «È una notizia positiva, una buona notizia per noi. La situazione è molto migliorata». L'assessore ai Rifiuti, Pietro Di Paolo, ha aggiunto: «Questo termovalorizzatore contribuirà all'autosufficienza del Lazio». L'impianto, che dovrà bruciare Cdr (combustibile da rifiuti) andrà ad aggiungersi ai termovalorizzatori già esistenti: Malagrotta, Colleferro e San Vittore. Si tratta di un progetto presentato da Coema, un consorzio di cui fanno parte Acca, Ama e la società dell'avvocato Manlio Cenoni (l'imprenditore a cui fa capo Malagrotta). Si tratta, nel dettaglio tecnico, di una centrale elettrica da 40 megawatt, alimentata a gas derivati dal Combustibile di rifiuti (in totale circa 160.000 tonnellate all'anno). Questo dovrebbe consentire di ridurre la quantità di rifiuti che arrivano alla discarica.
Il ricorso contro l'impianto era stato presentato quattro anni fa da una quarantina di associazioni e comitati cittadini, ma ieri la quinta sezione del Consiglio di Stato ha dato il via libera al progetto, provocando la reazione del sindaco di Albano, Nicola Marini: «Siamo, sconcertati, ci saranno ripercussioni per il nostro territorio e per quelli delle cittadine limitrofe, Ricorreremo alla Corte europea». Critici anche i Radicali (Rossodivita e Berardo): «Sulla scelta di realizzare il gassificatore di Albano, così come qualsiasi altro nuovo inceneritore nel Lazio, ribadiamo la assoluta inutilità e la pericolosità perché legittima politiche contro la raccolta differenziata e il riciclo dei materiali». Opposta l'opinione di Umberto Marroni, capogruppo del Pd: «E una notizia positiva lo sblocco alla realizzazione del termovalorizzatore di Albano da parte del Consiglio di Stato. Un passo avanti verso il superamento della discarica e la trasformazione del rifiuto in risorsa. E necessario proseguire per questa strada valorizzando, come ha ben sottolineato il ministro Clini, il ciclo industriale della differenziata che a Roma è ferma al palo ormai da quattro anni». Ma nel centro sinistra prevale la divisione, visto che da Sei (Zaratti e Nieri) parlano di «impianto dannoso», dall'Idv (Maruccio) rivendicano invece il fatto che il progetto del termovalorizzatore di Albano fu varato da Marrazzo.
© 2012 Il Messaggero - Cronaca di Roma. Tutti i diritti riservati