
Emma Bonino è un po` preoccupata - e anche un tantino arrabbiata - perché la macchina organizzativa del Partito democratico non si è ancora messa in moto. La vicepresidente del Senato in
questi giorni sta facendo quasi tutto praticamente da sola o con i radicali. Il «fai da te» per
Bonino sembra, in questa fase, l`unica strada per non restare indietro nella campagna
elettorale rispetto alla rivale Renata Polverini.
Alla vice presidente del Senato non è stato fissato ancora neanche un incontro elettorale con il segretario Pier Luigi Bersani. Al leader del Partito democratico Bonino non contesta nulla perché, come ha confessato all`Unità: «L`appoggio più convinto me lo ha dato subito lui, ma il corpo
del partito ha stentato un po`».
Il problema, quindi, è che se Bersani c`è il Pd invece latita e per questa ragione nessuno ha pensato all`appuntamento elettorale del segretario con la candidata alla regione Lazio, anche se Bersani ha
già dato la sua disponibilità.
E mentre Bonino non sa ancora quando farà la sua primauscita con il segretario del Pd,
Renata Polverini ha già fato ieri sera una cena elettorale con Silvio Berlusconi a palazzo dei Congressi, a Roma. L`unico incontro già fissato in compagnia di un leader nazionale
del Partito Democratico è quello del 20 febbraio con Walter Veltroni.
Dunque le preoccupazioni di Bonino hanno più di un fondamento. Se n`è fatta portatrice anche la deputata radicale Rita Bernardini che la vicepresidente del Senato ha voluto accanto a sé nel comitato elettorale non volendo delegare tutto al Pd: «Ancora non si è visto un manifesto di Emma:
la nostra campagna elettorale deve ancora cominciare».
Quella della Polverini, al contrario, è già bella che è avviata: la candidata del centrodestra alla presidenza della regione Lazio ha fatto sfornare tre tipi di manifesti elettorali e i
nuovi seguiranno a ruota. Come se non bastasse anche il programma elettorale è ancora lunghi dal vedere la luce. E preoccupano pure i sondaggi riservati fatti commissionare dal centrosinistra. Perché
se è vero che Bonino, pur non avendo praticamente ancora avviato la campagna elettorale,
è sopra la sua rivale di un punto e mezzo in percentuale, è anche vero che il Pd ha nel Lazio una percentuale più bassa di quella che i sondaggi gli danno a livello nazionale.
Lì il Partito Democratico veleggia intorno al 29,5 per cento dei consensi, nel Lazio scende
al 26. Anche per questo Bonino, pur con la massima gentilezza, ha sollecitato tutti: «Mi permetto rispettosamente di far notare che si vota il 28 marzo». Di quest`anno, non del prossimo.
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