
CARO COLOMBO, ho visto che la città di Torino sta per dedicare una via ad Adelaide Aglietta. Perché se ne parla così poco? Fiore
LA DECISIONE della giunta e del consiglio comunale di Torino arriva tardi, ma arriva giusta e dovuta, specialmente per la scelta del luogo. Adelaide Aglietta, che è stata una cara amica, ha lasciato molte ragioni per essere ricordata. La più importante è il gesto coraggioso e unico di partecipare alla giuria popolare del primo processo che ha avuto luogo a Torino contro membri delle Brigate Rosse, dopo che un centinaio di cittadini si erano rifiutati di accettare quel ruolo e dopo che la Aglietta stessa aveva ricevuto ripetute minacce di morte. Prima di questo processo c’è la vita politica di una militante e parlamentare Radicale che è stata anche la prima donna segretario di un partito in Italia. Dopo questa prova difficile e coraggiosa (anzi, esemplare in quegli anni) inizia l’altra parte della sua vita pubblica dedicata alle carceri e a impedire che l’emergenza del terrorismo diventasse un’emergenza della democrazia, con leggi speciali e carceri speciali. È stata una lunga attività, nel Parlamento italiano, in quello europeo, nel Partito Radicale e nelle file dei Verdi, da semplice militante e da leader che non è stata dimenticata e non lo sarà. Ma il punto alto, e finora unico, di una donna in politica è stato la sua decisione - e poi la sua presenza giorno per giorno - a un processo che poteva costarle la vita, un atto di coraggio del tutto coerente con il suo impegno continuo per "la giustizia giusta". È una idea buona e intelligente che le sia dedicata, a Torino (avverrà il 12 luglio) la strada che conduce al carcere.
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