
Ieri mattina se n’è andata Rosma Scuteri, storica collaboratrice de Il Manifesto, dopo un’interminabile malattia affrontata con coraggio. Rosma è stata una donna piena di curiosità: simpatizzante de Il Manifesto nella Bari degli anni Settanta, era andata a vivere a Milano e poi a Roma, da sempre appassionata di arte contemporanea. Negli anni Ottanta viaggiava spesso a New York e lì aveva avuto la fortuna e l’intuito - di conoscere quelli che sarebbero poi risultati gli artisti «di punta» della transavanguardia americana, scrivendo su di loro le sue corrispondenze per Il Manifesto: dallo Squat Theatre a Ramallzee, da Basquiat a Hamilton. Personaggi all’epoca ignoti al pubblico italiano. Queste esperienze le ha raccolte nel suo libro per Castelvecchi “New York anni ’80”, pubblicato nel 1999. Nel 1993 fu chiamata a dirigere la sezione «Aperto» della Biennale di Venezia, curata da Achille Bonito Oliva, facendo conoscere numerosi artisti di paesi emergenti. Dal 1999 le è stata diagnosticata la SLA, una malattia terribilmente invalidante con la quale ha combattuto fino a ieri. Avvicinatasi al gruppo «per Luca», si è anche candidata per le liste radicali nel 2006, denunciando anche in altre sedi la durezza delle sue condizioni di malata. Gli amici che le hanno voluto bene, anche per la sua passione e la sua intelligenza, la ricorderanno oggi alla chiesa di Santa Maria in Trastevere a Roma, alle ore 15.
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