
17/11/09
Il Fatto Quotidiano
Francesco Mastrogiovanni, per tutti Franco, era un maestro elementare di 58 anni di Castelnuovo Cilento, provincia di Salerno. Un omone: era alto 197 centimetri. Amava i libri, tanto da tappezzarne la casa di sua madre. Ed era anarchico. Franco Mastrogiovanni è morto il 4 agosto, dopo 80 ore di contenzione in un letto del reparto psichiatrico dell`ospedale San Luca di Vallo della Lucania. 80 ore durante le quali i suoi polsi e le sue caviglie sono rimasti costantemente legati, l`alimentazione resa possibile solo attraverso le flebo. Tutto registrato dai nastri delle telecamere interne all`ospedale: un video definito choccante da chi l`ha visto. Il maestro è morto per edema polmonare: i suoi polmoni non avrebbero retto a quella posizione obbligata per quattro giorni, in un corpo debilitato dalla mancanza di cibo solido e acqua. Una storia agghiacciante, sulla quale il pm Rotondo della Procura di Vallo sta adesso cercando di fare luce. Tutto ha inizio il 31 luglio di quest`anno: Franco viene inseguito da una task force composta da vigili urbani, carabinieri, guardia costiera e personale medico, mentre si trova nella frazione di Acciaroli. Inseguimento terminato sulla spiaggia di un campeggio di San Mauro. Il giorno prima ha avuto un diverbio con suo fratello, non vuole rientrare a casa, secondo i famigliari è molto agitato. La sua è la storia di un uomo provato dalle vicende giudiziarie: nel 1972 fu imputato e poi assolto per l`omicidio di Carlo Falvella, il vicepresidente del Fronte universitario d`unione nazionale di Salerno. Nel 1999 fu fermato per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Tre anni di condanna, un`assoluzione in appello e il risarcimento danni per essere stato detenuto ingiustamente. Da allora, una serie di trattamenti sanitari obbligatori: nel 2002, nel 2004 e nel 2005. "Mastrogiovanni intollerante ai carabinieri", racconta un gruppo aperto su Facebook dalla famiglia, nel quale si raccontano i rapporti conflittuali del maestro con i militari. Il31luglio viene dunque braccato e accompagnato in ospedale. Il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, che ha disposto il Tso, afferma che il provvedimento si è reso necessario per gli evidenti segnali di squilibrio: Franco avrebbe guidato l`auto contromano ad alta velocità tamponando altre vetture. Circostanza, questa, smentita dalla famiglia, che ha pubblicato le foto della Punto bianca del maestro, che non presenta segni di incidente. L`uomo finisce nel reparto di psichiatria dell`ospedale San Luca. Sono le 13,30 del 31 luglio. Ne uscirà quattro giorni più tardi, il 4 agosto, in una bara. Alla famiglia, accorsa lì alle 8,30 del mattino dopo la telefonata dei medici, viene detto che forse Franco è morto per un infarto. Nessuno sembra saperne di più. Eppure, quando i famigliari sollevano il lenzuolo che copre il cadavere, la prima cosa che vedono sono gli ematomi intorno ai polsi e intorno alle caviglie. Eppure sulla cartella clinica nessuno ha disposto la contenzione, nessuno l`ha annotata. Quello che è accaduto nel frattempo è stato documentato dalle telecamere interne al reparto, che il pm Francesco Rotondo ha immediatamente fatto sequestrare. L`autopsia sul corpo del maestro viene eseguita una settimana dopo, il 13 agosto. I medici legali dichiarano che l`uomo è morto per edema polmonare. "Secondo i consulenti si sarebbe trattato di una conseguenza della contenzione a letto - spiega l`avvocato Caterina Mastrogiovanni, cugina di Franco - i muscoli del torace si sarebbero bloccati, non consentendo la respirazione e il riciclo dell`aria nei polmoni. Una conseguenza, dunque, non una causa. Da quando è entrato in ospedale, non è mai stato slegato, neanche per andare in bagno. E` stato alimentato artificialmente e mai sottoposto ad alcun accertamento clinico. Il personale si sarebbe accorto della sua morte solo sei ore dopo il reale decesso". Nel registro degli indagati adesso la Procura ha iscritto 19 persone, 7 medici e 12 infermieri. Un intero reparto. L`accusa è di omicidio colposo. Imminenti gli avvisi di chiusura indagine, che potrebbero preludere a richieste di rinvio a giudizio. Il 10 ottobre scorso, il direttore del dipartimento di psichiatria della ex Asl Salerno 3, Michele di Genio è stato sospeso dall`incarico. Ora la famiglia Mastrogiovanni chiede giustizia, anche attraverso un sito, www.giustiziaperfranco.it, che raccoglie testimonianze, interrogativi e rassegna stampa. Del caso si sono occupati i Radicali, in due interrogazioni parlamentari, nelle quali Rita Bernardini, tra gli altri, chiede se il trattamento riservato a Mastrogiovanni non sia stato "lesivo dei suoi diritti e della sua dignità di essere umano". Sconcertanti le parole riferite dalla titolare del campeggio dove fu portato a termine del "braccaggio", il 31 luglio, del maestro anarchico. La signora Licia lo avrebbe sentito dire, non appena salito in ambulanza: Aiutatemi! Se mi portano a Vallo della Lucania, non ne esco vivo".
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