
Le telecamere di Sky fanno il loro mestiere, inquadrano in primo piano Renata Polverini mentre sta dicendo la sua, ma chi sta dentro lo studio «B» non può non notare una sequenza stupefacente di questi tempi: la silente Emma Bonino lungamente annuisce mentre la sua sfidante sta provando a strapparle qualche voto. Sono le 15,20, negli studi di via Salaria è in corso il primo match televisivo su una rete nazionale tra le due candidate alla presidenza della Regione Lazio e appena la parola passa alla Bonino, si ripete la scena di prima: la Polverini guarda la sua avversaria e ogni tanto fa sì con la testa. Certo, le due si sono scambiate ripetute punzecchiature, ma sempre con stile, con lo stesso reciproco rispetto che ha contraddistinto tutta la campagna elettorale, oramai giunta a tre giorni dalla conclusione.
E curiosamente anche sul tema del giorno, se cioè l'aborto sia un delitto o un male necessario, le due si sono ritrovate vicine, al punto che la vera notizia sta nelle parole della Polverini. Che ha detto testualmente: «La Chiesa è una fonte talmente autorevole che, commentando, si rischia di strumentalizzare parole così chiare. Quanto alla 194 è una legge dello Stato e la Regione non ha nessun titolo per intervenire, né sarebbe mio auspicio e volontà». Dunque, la legge non si tocca. E la Bonino? Nelle ore precedenti la leader radicale aveva deliberatamente evitato di alimentare la miccia, intuendo che repliche fiammeggianti l'avrebbero inchiodata all'immagine di abortista e anche a Sky, si è «tenuta», salvo l'incipit: «L'aborto e la legge 194 non sono di competenza regionale e questo dovrebbe saperlo il signor Bagnasco», così definito anziché cardinale. Anche se poco dopo anche la Polverini l'ha «degradato», chiamandolo «monsignore». Dunque, per la Bonino, l'intervento di Bagnasco è stato «fuori posto», anche perché tra l'80% di italiani che ha voluto la legge 194 «ci sono molti cattolici». Anche se la Bonino si è superata in vaporosità, dimostrando di volerle davvero vincere le elezioni nel Lazio, quando le è stato chiesto se fosse favorevole ai matrimoni gay, sui quali era chiamata ad esprimersi la Corte Costituzionale:
«Quel che dirà la Corte rappresenterà un vincolo per tutti, punto e basta. Dopodiché ognuno potrà continuare la propria battaglia culturale». Il voto dei cattolici? «Non sono un pacco di voti che si sposta a tonnellate».
Il confronto a Sky si è tenuto sui binari del politicamente corretto anche grazie alle domande non autoreferenziali del conduttore Massimo Leoni e degli intervistatori, Mario Sechi e Massimo Barigelli. Ma anche nei precedenti match, le due si erano attaccate politicamente, mai personalmente.
Due sere fa, al termine del confronto sul Tg Lazio, la Bonino aveva dato persino un buffetto alla Polverini e d'altra parte nessuna delle due ha dimenticato la loro vita precedente, quando si
sono frequentate anche «fuori dal lavoro». Come quella volta che Renata telefonò a Emma, la invitò in casa sua a una delle proverbiali cene della Polverini frequentate da sole donne. E la Bonino rispose di sì.
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