Egregio Direttore,
ad una settimana dagli scontri che sono seguiti al corteo di Forza Nuova, nella speranza che i giorni passati abbiano contribuito almeno un po’ a sedare le polemiche, vorrei portare un contributo alla riflessione su quanto accaduto; la situazione è seria e le ragioni in campo troppo varie e diversificate per risolverla in maniera semplicistica.
L’Associazione Radicali Bergamo, in quanto tale, non ha aderito ad alcuno dei presidi organizzati contro il corteo dell’estrema destra né ha sottoscritto l’appello “antifascista” ideato da alcuni esponenti del centrosinistra cittadino, ma se qualcuno volesse leggere, nella nostra mancata adesione, una sorta di indifferenza rispetto alla presenza di Forza Nuova in città, sbaglierebbe di grosso. Siamo innanzitutto convinti che, se vogliamo parlare di “emergenza democratica” nel nostro Paese, sia necessario partire da ben altri lidi, in apparenza più moderati di Forza Nuova. Le continue umiliazioni inferte al Parlamento dal Presidente del Consiglio, l’autoritarismo in giacca e cravatta del Ministro dell’Interno, con le sue ronde e la denuncia per i clandestini che vanno a farsi curare, i mass-media che, sempre più, lavorano per la costruzione di un modello di società qualunquista e superficiale, le leggi elettorali fatte su misura per i due grandi partiti dominanti, rappresentano per la democrazia un pericolo molto più grande dei saluti romani, in verità patetici nel 2009, dei manifestanti di sabato scorso.
Nonostante ciò riteniamo preoccupante che in una città finora, tutto sommato, immune da certi fenomeni, si stia diffondendo la voce di un’associazione che fa dell’intolleranza, della prevaricazione e del razzismo la base del proprio agire politico, ma siamo in disaccordo sulle modalità con le quali, almeno una parte della sinistra, vorrebbe combatterla. Innanzitutto ci chiediamo che senso abbia che alcune persone che si definiscono “democratiche” tentino di impedire, o chiedano che sia impedita, l'apertura di una sede di un movimento politico che, per quanto estremista e autoritario, non è stato messo fuori legge da alcuna sentenza. Nella nostra concezione di democrazia (e credo in una qualsiasi, sana concezione della democrazia) la libertà di parola, di associazione e di espressione devono essere garantite a tutti, fascisti compresi. Uno Stato che impedisse a qualcuno di associarsi liberamente non sarebbe, già, un po’ meno democratico? Resta il fatto che, in caso di violazioni del codice penale, dall’istigazione all’odio razziale, al porto abusivo d’armi e simili, sarebbe indispensabile perseguire duramente i responsabili, impedendo che la predicazione di idee inaccettabili possa trasformarsi in fatti concreti ai danni di qualcuno.
Un’altra questione fondamentale sta nella pubblicità che le polemiche di questi giorni hanno regalato a Forza Nuova, che credo non aspettasse altro che qualcuno programmasse contro-cortei, contro-appelli, presidi, irruzioni in Consiglio Comunale, per avere visibilità. Su questo, a parte le divagazioni digestive, condividiamo le osservazioni dell’assessore Guerini: coprire di silenzio, invece che di insulti, il corteo dell’estrema destra avrebbe garantito un risultato migliore.
Per quanto riguarda l’appello proposto da alcuni esponenti del centrosinistra, pur condividendone l’impostazione di fondo, ci sembra che manchi di un presupposto fondamentale: la condanna dell’estremismo e della violenza politica, da qualsiasi parte provenga. Scriveva Ennio Flaiano che in Italia i fascisti si dividono in due grandi categorie: i fascisti propriamente detti e gli antifascisti. Potete immaginare quanta simpatia un radicale possa avere per le idee di Forza Nuova, ma restiamo convinti che un violento, un intollerante, un prevaricatore, in parole povere un “fascista”, sia tale per ciò che fa e per come si comporta, non per il retaggio simbolico che lo lega ad una specifica esperienza storica.
In questi anni a Bergamo abbiamo assistito a episodi di violenza politica, tutto sommato marginali rispetto ad altre città, ma comunque preoccupanti, provenienti anche da frange, per fortuna minoritarie, dell’estrema sinistra, che sempre sostenevano di agire in nome della democrazia. L’appello degli esponenti di centrosinistra, su questo aspetto, è purtroppo lacunoso.
Ovviamente la condanna di un certo modo di fare politica, fatto di provocazioni, di violenza e di fanatismo non ci consente di solidarizzare tout court con le forze di polizia, qualsiasi sia il loro comportamento nel gestire l’ordine delle manifestazioni. La risposta ai cortei di sabato è stata, come dimostrato dai filmati visibili su Internet, troppo disuguale; il trattamento riservato ad alcuni manifestanti disarmati non si giustifica in alcun modo, neppure come una risposta decisa ad eventuali aggressioni verbali e rischia di portare, nelle prossime, inevitabili manifestazioni, ad un aumento della tensione.
Giorgio Myallonnier
(Segretario Associazione Radicali Bergamo)
Lunedi 9 Marzo 2009
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11 Marzo, 2009 - 00:09
Fonte: http://radicalibergamo.spaces.live.com/Blog/cns!EA8F0C2CE6858741!182.entry [4]