Dal primo gennaio di quest anno, con l'approvazione del decreto Milleproroghe, sono stati eliminati alcuni ostacoli normativi che limitavano le connessioni wireless in luoghi pubblici tramite la modifica dell'articolo 7 della legge Pisanu. L'obbligo di autorizzazione al questore non riguarderà più gli esercizi (pub, biblioteche, alberghi, etc) che offrivano la possibilità al pubblico di collegarsi a Internet come servizio aggiuntivo/accessorio. Tale obbligo rimane per quelle attività che forniscono tale servizio come "attività principale" (gli Internet Point). Sono stati poi abrogati i commi 4 e 5 dell'articolo 7 che obbligavano l'identificazione degli utenti. D'ora in poi non sarà più necessaria.
Sul suo blog [3] Apogeonline, Elvira Berlingieri palesa i suoi dubbi in materia di repressione dei reati e di responsabilità degli ISP:
"È retorico, infine, chiederci se, dal punto di vista della repressione dei reati, l’assenza di una identificazione per gli utenti di reti (wireless o meno) messe a disposizione dagli esercenti significhi – vista l’irresponsabilità di Isp e soggetti che la mettono in condivisione – l’ingresso o, meglio, il regresso, nel far west, dato che la registrazione dei dati di una utenza non è condizione sufficiente per individuare l’autore di un illecito. Di sicuro, in caso di problemi, il titolare dell’Internet Point dovrà collaborare con la giustizia, così come accadeva in passato."
L'avvocato Massimo Melica [4] esprime invece preoccupazioni circa le incertezze derivanti dall'abolizione di alcuni commi del decreto.
In una intervista [5] di Gaia Berruto pubblicata su Wired.it, il segretario di Agorà Digitale Luca Nicotra nei giorni scorsi spiegava perchè l'abrogazione della Pisanu non sarà sufficiente a liberalizzare l'accesso ad Internet da luoghi pubblici
“ Il decreto Pisanu ce lo lasciamo alle spalle, per fortuna, ma nessuno parli di liberalizzazione dell'accesso ad Internet in Italia. Perché purtroppo non è così”. A frenare gli entusiasmi da day after è Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale, l’associazione radicale che si batte per difendere le libertà digitali.
Nell’attesa di leggere il testo ufficiale del Milleproroghe, e capire se effettivamente resterà in vigore solo il comma uno, quello che obbliga gli esercenti a ottenere una licenza dalla questura, Nicotra illumina altri coni d’ombra della legislazione: “ Innanzitutto, con l’abolizione dell’obbligo di registrazione degli utenti, i fornitori della rete si chiedono se saranno ancora responsabili di reati commessi da chi utilizza i loro servizi. È evidente il senso delle loro preoccupazioni: se devono pagare per i reati commessi da altri, a loro non conviene non avere traccia dei clienti. È una questione spinosa, anche all’estero: in Germania un cittadino è stato multato per attività illecite fatte da altri tramite la sua connessione aperta”.
La responsabilità dei fornitori, dunque, è un problema che – Pisanu o meno – bisognerà affrontare, se non si vuole che la diffusione della Rete in Italia resti un'utopia. Ma non solo: c’è anche la questione delle installazioni: “ Se ho un bar e sono in grado di mettere su la Rete da solo non posso: è obbligatorio che a farlo sia qualcuno in possesso di un patentino”, denuncia Nicotra. “ La norma è assurda, perchè invece di favorire la consapevolezza dei mezzi ti obbliga ad affidarti a terzi. Ma poi: chi potrà avere questo patentino?”. La legge che riguarda questo aspetto è datata 1992, ma non è mai stata applicata. Fino a qualche mese fa: “ Degli esercenti sono stati multati, parliamo di 15mila euro, perchè le loro reti non erano state installate da professionisti”.
A novembre è stato infatti redatto un testo con cui si fissa un periodo di tempo, un anno, per mettere nero su bianco nuove regole di quel vecchio provvedimento mai applicato. Si deciderà chi può prendere il patentino di installatore e quali sono i requisiti. “ Davanti a tutto questo parlare di liberalizzazione mi sembra eccessivo - commenta Luca Nicotra - Possiamo essere felici per l’abolizione della Pisanu, ma dobbiamo stare attenti a tutto il resto”. Perché la Rete si diffonda non basta togliere l’obbligo di registrazione. Bisogna dare sicurezza prima di tutto ai fornitori, ai proprietari di bar, ristoranti e negozi: se la materia è troppo ostica e la burocrazia prevale, in pochi avranno voglia di offrire la Rete.
E mentre tutti si congratulano per l’abolizione del decreto Pisanu, c’è una voce fuori dal coro. È del senatore Luigi Lusi (Pd), vice presidente della commissione Bilancio del Senato, che si augurato che governo e maggioranza rinsaviscano ed evitino di abrogare norme importantissime per il contrasto alla criminalità.
Nicotra commenta: “ Spiace constatare che il Pd non abbia una visione univoca della questione. Ma ancor di più spiace che una personalità importante come Lusi faccia considerazioni di questo tipo. Pensavamo che fosse ormai vinta la battaglia per spiegare a tutti che l’abolizione della Pisanu nulla toglie alla lotta al terrorismo. E invece..”.
Fonte: http://www.agoradigitale.org/il-punto-sulla-situazione-italiana-accedere-rete-luoghi-pubblici [6]